di Alessia Canarino
Sarà la voglia di ricominciare, di reincontrarsi, probabilmente attirati dalla splendida cornice del Castel dell’Ovo o ancora sarà stata la notorietà che, ormai, dopo quindici anni, ha assunto Vitigno Italia, fatto sta che la scorsa edizione è stata da record. Con quasi 14 mila visitatori ed oltre 250 aziende espositrici, questa manifestazione si conferma il riferimento di molte realtà nazionali. Le cantine provenienti da ogni regione della Penisola hanno portato ben 2500 vini diversi in degustazione.
Non solo appassionati di vino, ma anche importatori, con incontri tra addetti del settore, sempre più attirati dalla possibilità di degustare vini diversi in una sola location.
Sarà stato probabilmente il caldo che ci ha sorpreso, mitigato nelle sale più sotterranee del Castello, o, piuttosto, il profumo d’estate suggerito dal golfo di Napoli, la ricerca di vini estivi mi ha guidato tra i numerosi banchi d’assaggio. Vini di nicchia, poco conosciuti, ma perfetti per un aperitivo estivo o una cena in riva al mare.
Ecco allora alcuni dei miei assaggi più felici.
Domus Hortae, azienda familiare, del foggiano, di Orta Nova. Per la precisione è di proprietà della famiglia Fioretti, che si dedica da quasi due secoli alla vinificazione di uve locali, dai 15 ettari di proprietà, dove il Nero di Troia prevale su altri vitigni e viene declinato in diverse vinificazioni, dando prova della sua duttilità. Ma è il Kia Ros Puglia rosato IGT 2021 ad essere oggetto di degustazione. Un rosato color pesca, il cui colore rimanda anche alla pesca bianca al naso, con evoluzioni floreali di fresia. L’attacco di bocca è dolce, conservando il fruttato espresso al naso e chiudendo in grande freschezza.
Casa E. di Mirafiore, nel cuore delle Langhe, un’azienda legata ad un nome altisonante come quello di Fontanafredda, non solo geograficamente, ma, anche, per aver condiviso, in una parentesi della sua storia, la medesima proprietà. L’azienda Mirafiore ha radici antiche, strettamente legate alla famiglia reale dei Savoia, che dopo una lunga storia, travagliata, fatta di successi imprenditoriali e fallimenti, è passata agli imprenditori Oscar Farinetti e Luca Baffigo Filangieri. Produttori di Barolo, secondo tradizione piemontese, è l’Alta Langa DOCG blanc de noir 2018 ad attirarmi. Da Pinot noir in purezza, ha sostato 32 mesi sui lieviti. Incredibili evoluzioni al naso, con note di frutta secca, mallo di noce e crosta di pane. Al palato la struttura del vitigno di base è riconoscibile e scorre sapido, agile, cremoso.
Dalle Langhe alla Sicilia è un attimo a Vitigno Italia ed ecco un calice di Santa Tresa Frappato brut metodo charmat, dalla calda e assolata terra di Vittoria (Ragusa). L’azienda Santa Tresa ha alle spalle il know how della spumantizzazione dei fratelli Girelli, già produttori in Trentino, che qui in Sicilia arrivano nel 2001 per iniziare la produzione di vini biologici e vegani, tra cui naturalmente uno spumante. 40 ettari vitati nell’areale del Cerasuolo di Vittoria e 250 mila bottiglie prodotte ogni anno. Ma il vino in degustazione non è un metodo classico, bensì un fragrante metodo charmat, che ancora di più esalta il delicato fruttato del vitigno Frappato, con note di fragolina di bosco al naso e una piacevole freschezza agrumata di pompelmo rosa al palato.
La voglia di bollicine e freschezza continua, alimentata dal caldo, fuori dalle sale di Castel dell’Ovo e trova giustizia, con gli assaggi dell’azienda di Franciacorta Terra d’Aenor, una giovane realtà come giovane è la sua titolare, Eleonora, appunto, guidata dalla maestrìa del padre, già enologo in Franciacorta. Il Francicorta Satén Terra d’Aenor è da Chardonnay in purezza: tutte uve di proprietà allevate in 42 ettari, distribuiti su 29 appezzamenti e 7 comuni intorno al lago d’Iseo. Un satèn che proviene da uve più mature, con gradazione del vino base superiore al “fratello” extrabrut, ma che conserva una piacevolezza tropicale al naso e al palato, dall’ananas al mandarino. Al palato conferma la sua fragranza rimandando anche a note di pasticceria secca. Bollicine cremose, suadenti, come un satèn deve essere.
Una carrellata di bollicine che non può escludere un salto nel cuore d’Italia, in Umbria, dove dal 2010 due amici enologi producono vini da vigne che raggiungono anche i 90 anni di età: questa è Feudi Spada. Un progetto vinicolo legato alla tradizione, senza trascurare una piccola produzione di olio. Il Novintage Brut, da Riesling Italico in purezza, allevato a 420 mt slm, è un metodo classico tagliente, vibrante, che in etichetta è dichiarato Brut, ma che in realtà è stato dosato con soli 2 g/l di zucchero. 30 mesi sui lieviti, per rendere questo spumante, come dice il nome stesso, non millesimato, diretto e graffiante come i suoi produttori, dai toni piacevolmente lievitosi al naso, agrumato e sferzante al palato.