(U.G.) Il vigneto Toscana è da sempre patria di vini rossi di qualità apprezzati in tutto il mondo. Gran parte di questi nascono da Sangiovese in purezza o quasi. Fra Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Chianti, Nobile di Montepulciano, Morellino di Scansano e altre tipologie meno note c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Se poi decidiamo di bere grandi rossi da vitigni internazionali il nostro sguardo volge sul territorio di Bolgheri.
Il rosso Oreno di Tenuta Sette Ponti nasce invece da una zona “sulla carta” non particolarmente vocata, Castiglion Fibocchi nell’area del Valdarno di Sopra (Arezzo). Prima annata 1999, ultima attualmente in commercio la 2019. Ebbene, questo vino Toscana IGT ha iniziato come un “ibrido” di Sangiovese e internazionali insieme per diventare nel corso degli anni un Supertuscan composto solo da uve alloctone con l’estromissione del Sangiovese dal blend di partenza. E’ stata questa una scelta coraggiosa e netta quella operata da Antonio Moretti Cuseri, noto imprenditore aretino della moda con la passione per il mondo del vino. Affiancato oggi dai figli Alberto e Amedeo, oltre alla tenuta aretina, Antonio Moretti può contare anche sulle tenute di Bolgheri (Orma), Poggio Al Lupo (Maremma), Val di Noto (Feudo Maccari), Etna (Contrada Santo Spirito di Passopisciaro).
Ma torniamo idealmente a Castiglion Fibocchi. La tenuta si chiama Sette Ponti per ricordare il numero (appunto 7) dei ponti sull’Arno tra Firenze e Arezzo. Il vino prende il nome dal torrente Oreno che attraversa la tenuta: 300 ettari di cui 54 vitati dove i suoli svelano tipologie variabili: sono argillosi, sabbiosi, calcarei e ricchi di galestro. Tutto molto aderente al territorio.
Per chi nasce come imprenditore della moda l’attenzione ai dettagli in tutti i processi di lavorazione è fondamentale. Trasferire questo “modus operandi” al mondo del vino, sia in vigna che in cantina, per la famiglia Moretti è stato naturale.
In questo senso Oreno è visto dai suoi ideatori un po’ come il vino perfetto o che tende ad esserlo. Oggi, ottobre 2021, ha dimostrato nei calici di venti annate di aver saputo compiere un percorso di conversione passando da tentativo di mettere insieme Sangiovese e uve internazionali a taglio bordolese dal respiro internazionale. Un vino che alla “cieca”, assaggiato in mezzo ai bordolesi francesi, ha saputo dire la sua, risultando il migliore in diverse occasioni.
Dopo diverse modifiche, oggi la vinificazione di Oreno consiste in una fermentazione e macerazione a temperatura controllata per circa 25 giorni. La maturazione avviene in parte in barriques e in altra parte in grandi botti per circa 18 mesi cui segue l’affinamento in bottiglia per altri 12 mesi. Un blend composto da Merlot per il 50%, Cabernet Sauvignon per il 40% e Petit Verdot per il 10%.
La verticale di 20 annate di Oreno: dal 1999 al 2019
1999
50% Sangiovese, 25% Merlot, 25% Cabernet Sauvignon
Dalla prima annata prodotta, il vino affina per 2/3 in barriques nuove francesi. L’inserimento delle botti grandi avverrà dal millesimo 2008. Rosso granato e unghia aranciata nel calice, si sente pungente, tanto maturo, con tannini molto fini, quasi macerato: è nella fase discendente. Serve rispetto per un vino che ha già 22 anni.
2000
50% Sangiovese, 25% Merlot, 25% Cabernet Sauvignon
Affina in barrique nuove per 2/3. Al naso idrocarburo, nota vegetale evidente, un “vino dettagliato”, spiega il MW Gabriele Gorelli, strutturato con tannino presente e vivace.
2001
50% Sangiovese, 25% Merlot, 25% Cabernet Sauvignon
Note perlopiù scure fra torrefazione, cardamomo, noce moscata, frutta e fiori macerati. Gusto corposo, un pizzico scabroso, lieve amarognolo nel finale.
2003
50% Sangiovese, 50% Cabernet Sauvignon
Saltata la 2002, si fa una scelta drastica eliminando per un anno il Merlot e puntando su una maggiore percentuale di Cabernet. Naso fra zenzero, cannella, pepe nero e cuoio alternati a sentori vegetali. Sorso corposo, intenso, ancora tannico, lieve amarognolo, non lunghissimo. L’annata calda si sente. “Vino concavo” secondo Gorelli.
2004
50% Sangiovese, 25% Merlot, 25% Cabernet Sauvignon
Si ritorna all’uvaggio di partenza. Diffonde sbuffi evidente di chiodi di garofano, vaniglia, tabacco, tinte di idrocarburo, rosmarino, alloro, foglia di pomodoro. Gusto corposo, pieno, evoluto, con lieve finale tannico. Composto e calibrato.
2005
40% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 20% Sangiovese
Cambia l’uvaggio, alla ricerca di una maggiore eleganza. La formula è meno Sangiovese e più Merlot e Cabernet. L’obiettivo si può dire centrato. Bouquet elegante, ancora floreale con profumi di frutta rossa in confettura. Sembra più giovane con ancora un potenziale notevole di evoluzione. E’ una bocca molto Medoc: nonostante il tannino imponente il sorso è fine, saporito, sapido (è la prima volta!), persistente. Gran vino. Per noi il migliore delle 20 annate.
2006
40% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 20% Sangiovese
Naso etereo, tra fiori macerati, frutta scura e tabacco dolce. Sorso caldo, snello, equilibrato, tannini setosi. Agile e piacevole. Molto buono.
2007
50% Merlot, 30% Cabernet Sauvignon, 20% Sangiovese
Aumenta la quota di Merlot per conferire maggiore rotondità. In realtà al naso è evidente la nota vegetale del Cabernet. Al palato tannino acerbo, ancora duro, non polimerizzato. Corposo, ma in cerca di equilibrio.
2008
45% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 15% Petit Verdot
Il taglio bordolese assume la sua connotazione quasi definitiva: esce dall’uvaggio il Sangiovese, entra il Petit Verdot e si cambia anche l’affinamento con un blend di barrique e tonneau.
Naso floreale e fruttato rosso, ancora fresco. Bocca nervosa, fresca, sapida, molto rotonda, anche un pizzico zuccherina: nel complesso buon equilibrio e tannini fini. La nuova formula sembra già azzeccata. Ben fatto!
2009
45% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 15% Petit Verdot
Bouquet evoluto, fra caffè, tabacco, idrocarburo, erbe e spezie aromatiche. Bocca fresca, sapida, morbida, molto elegante, tannini fini. Uno dei migliori per la grande bevibilità.
2010
45% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 15% Petit Verdot
Grande annata per i vini toscani. E’ scuro nei profumi, molto speziato, elegante, dal bouquet complesso ed evoluto il giusto. Sorso sapido, fresco, morbido, intenso, elegante, lungo. Perfezione che fa concorrenza anche ai bordolesi veri. E’ la prima annata di Beppe Caviola come consulente enologo. Vino Top!
2011
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
E’ il taglio bordolese prescelto, l’uvaggio definitivo che punta deciso sulle morbidezze del Merlot e offre un naso da Porto, lievemente fumé, tra fiori macerati e sentori eterei. Al palato si distende fresco, sapido, intenso, con buona persistenza.
2012
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
Ricalca un po’ l’annata precedente. Profuma di fumé, tabacco, cuoio, erbe aromatiche, evoluto il giusto. Bocca un po’ pungente, dritta, lievemente amaro, di medio corpo e tannino ruvido. Ha muscoli e sostanza.
2013
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
Annata calda e fruttata. Si sente dai profumi di ciliegia in confettura, tabacco, spezie dolci, e lieve sbuffo di vaniglia dovuto al legno. Bocca dinamica, dritta, un po’ piccante, con tannini che si fanno sentire nel finale.
2014
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
Lineare nei profumi fra sentori di confettura di more e note dolci. Sorso nervoso, intenso, tannino vivo, nel complesso vibrante e verticale. Si sa: annata difficile.
2015
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
C’è la costante della confettura di more e di visciole, poi mergono il balsamico, il cassis, l’alloro. Al palato è fresco, sapido, sorso molto teso, tannino acido, lunga persistenza.
2016
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
Diffonde confettura di visciole, menta, liquirizia. Sorso teso, tonico, lieve amarognolo nel tannino, lungo, equilibrato, complesso. Si fa bere, eccome!
2017
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
Profumi di cannella, fiori rossi freschi e ciliegia netta, mixate da note già evolute di tabacco e cuoio. Sorso sapido, succoso, intenso, di buona morbidezza e tannino ancora da smussare. E’ giovane, ma negli anni si farà.
2018
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
Naso floreale di rosa, poi more e liquirizia. Sorso vivace, ancora da assestare: è caldo, sapido, morbido, con tannino già pronto. Un grande potenziale nel calice.
2019
50% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 10% Petit Verdot
Sa di mora, rosa, spezie dolci su sfondo balsamico. Bocca calda, intensa, corposa, verticale, agile al sorso. Questo rosso è un bambino in fasce, ma puntiamo a occhi chiusi su di lui: sarà eccellente fra 3-4 anni.
Nota di merito particolare ai due relatori che hanno presentato le venti annate: il master of wine Gabriele Gorelli, davvero chiaro, puntuale, ricco di spunti spesso inediti nelle sue spiegazioni delle sfumature fra le diverse annate; e il gran naso e palato del pirotecnico Luca Gardini, sommelier campione del mondo e amico di lunga data del patron Moretti.
Ph credits foto copertina: Canio Romaniello