di Marina Alaimo “Acino Ebbro”
E’ stata indovinatissima la scelta del Consorzio Vini dell’Alto Adige di raccontarsi a Napoli incontrando la cucina di Palazzo Petrucci, uno dei luoghi più suggestivi, posizionato sulla piccola spiaggia di sabbia nera, con piena vista sul mare e sulla città.
L’empatia creatasi ha fra produttori, giornalisti e ospiti ha fatto scaturire un incontro di estrema piacevolezza. I piatti dello chef Lino Scarallo hanno acceso la giusta armonia con le otto etichette altoadesine, alternando precisione e capacità di osare.
A dare il benvenuto è Eduard Bernhart, direttore del consorzio, dopo lo stappo imponente di Sinfonia in formato jeroboam, lo spumante ambasciatore del territorio, prodotto in 189 bottiglie esclusive con la partecipazione delle sette cantine dell’Associazione Produttori Spumanti Metodo Classico.
A rivelare territori e vini c’è il bravissimo e appassionato ambassador Pierluigi Gorgoni, insieme ad Andrea Moser, il giovane enologo di Cantina Kaltern, e il produttore Franz Haas. Otto assaggi dinamici che hanno saputo focalizzare le differenti espressioni dei singoli cru e degli stili legati ai vignaioli, alternando sempre un’annata giovane con una più datata.
Franz Haas sottolinea questo momento di grande entusiasmo e cambiamento dovuto alle giovani generazioni che hanno ben intesa l’importanza di essere aperti verso gli altri, grazie al fatto che viaggiano e incontrano altre culture e stili di vita. Ad oggi l’Alto Adige esprime solo il 60% del suo potenziale – secondo Franz – e questa ventata di freschezza fa bene sperare in una ulteriore evoluzione. Un piccolo territorio di vigneron montanari, racchiuso tra le Alpi e le loro vette perennemente innevate, rappresenta solo l’1% della produzione italiana, deve necessariamente mantenere integra la propria identità e aprirsi all’accoglienza.
La mediterraneità dei vini alpini dell’Alto Adige è bene espressa nel Vigneti delle Dolomiti Bianco Manna 2018 di Franz Haas, per la sua luminosità e nei sentori di piccole erbe aromatiche, dove ritroviamo la mentuccia, il finocchietto selvatico, il mandarino: Affilato e roccioso l’assaggio, ha pienezza e scorrevolezza, salino e vivace nella freschezza.
Un gran bell’assaggio il Sauvignon Praesulius 2018 di Gump Hof – Markus Prackewieser, 4 ettari di vigna nella Valle Isarco caratterizzata dalla diffusione importante di porfido. Timida la presenza del Sauvignon in questa zona, si mostra elegante e delicato nell’interpretazione di questo produttore. Sottile sia nei profumi che al palato, ricorda i piccoli fiori bianchi tra le rocce, appena fumé e con una costante tensione minerale che gli dona carattere, allungandosi poi sulle note saline.
Ha sorpreso non poco la schiava di Cantina Kaltern – Kalterersee Classico Superiore Quintessenz 2018, vitigno che nel tempo ha ceduto spazio ai bianchi sempre più richiesti e apprezzati sul mercato. Convince la sua versatilità, un rosso dal carattere sottile, sinuoso, elegante nei profumi delicati di lampone e mirtilli, roselline selvatiche, si fa apprezzare all’assaggio succoso per il ritmo giocato tra i tannini discreti e la freschezza incalzante.
Torna Vigneti delle Dolomiti Bianco Manna nel millesimo 2010, di Franz Haas, e fa bella mostra di sé. Ha il temperamento di un vino bianco importante cavalcando a pieno il tema di questa degustazione: i contrasti. Lo fa ad arte alternando i caratteri dolci e rotondi alle pungenze infiltrate tra la freschezza e i profumi balsamici.
Sicuramente uno dei migliori Pinot bianco italiani, Sirmian 2018 di Nals Margreid, vitigno tutt’altro che facile, trova in questo areale il giusto terroir. Sulle prime si racconta come un tipino delicato, sussurrando accenti di muschio bianco: fa pensare alla roccia assolata e al bergamotto, mentre il sorso rivela un andamento esuberante, pieno, deciso nella freschezza quasi graffiante.
La Schiava nuovamente rapisce l’attenzione per la sua capacità di tessere complicità con il tempo. Kalterersee Classico Superiore Pfarrhof 2014 Cantina Kaltern acquista complessità con qualche anno in più, e si gioca l’asso nella manica della freschezza per mantenere il passo veloce che tanto ama condurre. Molto espressivo già al naso, luccica nei profumi di fior di garofano e ciliegia, pungente nel pepe nero. Riporta tutta la sua energia e pienezza all’assaggio, agile e scattante, completandosi nella battuta costante dei tannini che accompagna come fosse un motivetto gioioso.