(U.G.) Una fantastica dozzina di vini scelti per voi, scovati nelle degustazioni pubbliche e private di un intero anno, in giro per l’Italia.
Una fantastica dozzina di vini bianchi (in maggioranza, considerato il tipo di cucina del periodo), bollicine, rosati, rossi e passiti che vogliamo suggerirvi per accompagnare al meglio i piatti delle feste di fine anno: da Natale a Capodanno, per finire all’Epifania, ecco le bottiglie da abbinare ad alcuni fra le ricette più nazional-popolari della nostra tradizione.
E perdonateci se non usiamo il “Manuale Cencelli” del vino, quello tradizionale che accontenta i soliti grandi noti: come sempre, abbiamo voluto scegliere a stile libero, seguendo solo quella scintilla genuina che ci emoziona quando si beve un nettare che colpisce subito e si fa notare.
Questi fantastici dodici vini dodici hanno un fil-rouge che li accomuna: non passano mai inosservati!
Eccoli, con gli abbinamenti consigliati.
Planeta – Metodo Classico Brut – Sicilia DOC
Da uve Carricante in purezza, questo spumante siciliano nasce dai vigneti di Sciaranuova a 850 metri di altitudine sul versante nord del vulcano. Almeno 20 mesi permanenza sui lieviti contribuiscono ad ammorbidire la selvaggia tipicità del vitigno. E’ cedro, è frutto della passione, è mineralità alla massima potenza, è bevibilità assoluta. Una bolla che sgrassa e vince senza sopraffare una bella frittura mista di pesce.
Monsupello – Metodo Classico Brut 2014 Oltrepò Pavese
Pinot nero 90%, Chardonnay affinato in acciaio 10%.
Dall’Oltrepò Pavese, terra del Pinot nero, una bollicina bianca di grande finezza, che rimane almeno 50 mesi a contatto con i lieviti. Accarezza il palato grazie finezza, struttura, eleganza, avvolgenza, ma prima ti rapisce con i suoi profumi di ribes e vaniglia. Con risotto allo scoglio.
Uberti – Quinque Cuvée 5 vendemmie Franciacorta
Davvero sorprendente ed emozionante il terzo degli spumanti proposti. E’ il frutto del mosto di cinque vendemmie fermentati in un solo tino, poi 80 mesi sui lieviti prima della sboccatura. Poi altri 6 mesi prima della commercializzazione. Solo uve Chardonnay coltivate nelle terre di Erbusco. Un extrabrut di classe, potente al tempo stesso, dalle bollicine lievi, fresco ed evoluto al tempo stesso, cremoso, vivace, ricco di profumi esotici. Da provare con trota salmonata.
Ottella – Lugana 2018
Dall’azienda di proprietà della famiglia Montresor, ho avuto modo di assaggiare a Roma questo bianco assolutamente caratteristico del proprio territorio: nasce da uve Turbiana coltivate a San Benedetto di Lugana, a due passi dal Lago di Garda. Si apre su toni agrumati, esotici, minerali con una netta matrice argillosa derivata dal suolo. In bocca è soave, una lama verticale di freschezza e morbidezza assoluta. Sarebbe il classico abbinamento per piatti con pesce di lago. Ma se volete provarlo con formaggi freschi non sbagliate di certo.
La Scolca – Gavi dei Gavi Etichetta Nera 2018
Un classico dell’altra faccia del Piemonte (quella dei bianchi che vive e lotta insieme a noi), ad opera della cantina di proprietà della famiglia Soldati. Uve Cortese in purezza, piace perché ha tutte le carte in regola per farsi adorare dai sensi. Può essere vino femminile e maschile al tempo stesso. Intensità floreale, cromaticità, freschezza, balsamicità, profondità, vivacità, raffinatezza nel calice. Un bianco giovane pronto ad esaltarsi nel futuro. Con tartare di manzo.
Tiare – Collio Sauvignon 2018
Ci spostiamo in Friuli per inebriarci dei profumi aromaticamente forti e sfrontati di uno dei migliori Sauvignon in assoluto. Dalla ponca argillosa del Collio, è un intreccio di frutta tropicale variopinta: sambuco, papaya, mango e poi foglia di pomodoro, bosso e il bello è che il calice sembra non stancarsi mai di proporre profumi in continuazione. Si beve polposo e possente, ruffiano e persistente. Un vino che mi ha sempre colpito positivamente e anche quest’annata non ha deluso.
Con filetto di sogliola in crosta di patate.
Abbazia di Novacella – Praepositus Riesling Valle Isarco 2013
Sa di miele di tiglio, propoli e nettamente di idrocarburo. Una parte delle uve proviene da vendemmia tardiva ed è stata attaccata dalla muffa nobile. La bocca è dolce, morbidissima e intensa al tempo stesso, profonda, lunga, avvincente. Un sorso convincente che rapisce e convince. La magia del Riesling in terra di Alto Adige. Fin dal Dodicesimo secolo i monaci vignaioli della storica abbazia possiedono la ricetta magica per ottimi ini. Da abbinare con frittura di verdure.
Villa Bucci – Castelli di Jesi DOCG Verdicchio Riserva 2017
Un altro classico, un altro dei migliori bianchi italiani, pluripremiato anche all’estero, è il Verdicchio al suo giusto grado di evoluzione. Un bianco avvolgente e possente. Affina 18 mesi in botti di rovere di Slavonia. Sprigiona spezie, miele, frutta secca. E’ adatto per aragoste e crudi di pesce a tutto spiano.
Antico Palmento – Rose del Sud
A Manduria, nel cuore del Primitivo, c’è la cantina Antico Palmento di Bruno Garofano. Rose del Sud è il classico, intenso, piacevolissimo rosato pugliese: tinta corallo, melagrana, rose fresche e piacevolezza di beva infinita. Da provare con un bel tagliere di salumi e formaggi non troppo stagionati.
Il Marroneto – Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2015
Assaggiato in anteprima, pochi giorni fa, nel corso di un’avvincente degustazione a Frascati, si conferma un cavallo di razza fra i vini da Sangiovese grosso in quel di Montalcino. E’ un bouquet complesso di frutti di bosco, ribes, ricco di note balsamico a rapire i nostri sensi. Tonico al sorso, con i suoi tannini vellutati, vince e convince per la sua straordinaria freschezza ed eleganza. Un guanto di velluto nel calice che sa farsi apprezzare. Così come il suo produttore. Con arrostino di vitella ben guarnito.
Giuseppe Mascarello – Barolo Monprivato 2013
Affinamento di 36 mesi in botti grandi. Secondo tradizione. Nota di rosa fresca, poi marasca, etereo, sfondo balsamico, fragola, si apre con gradualità e seduce. Sorso davvero in linea, armonico ai profumi: molto fresco, equilibrato, non potente all’inizio, con tannini setosi, elegantissimo, persistente. Consigliato con un bel brasato al Barolo (of course).
Ferrucci – Domus Aurea Albana di Romagna Passito 2017
Il vino dolce perfetto di quest’anno, secondo noi, nasce dalle uve coltivate in un vigneto di Castel Bolognese, poi appassite in modo naturale su telai mobili. Fermentazione e maturazione in vasche di cemento vetrificato. Di aspetto ambrato, è un’esplosione di uva passa, miele, frutta candita, scorza di agrumi mentre il sorso è dolce, sinuoso, vellutato, delicato e profondo al tempo stesso. Non stanca mai. Con panettone o pandoro a scelta.
In conclusione auguri calorosi di buone feste a tutte le lettrici e i lettori di Wining.