di Fedora D’Angelo
“Mi piace quando, oltre alla degustazione, possiamo parlare di tutto quello che viene prima del vino. Ho molte cose da raccontarvi…”
Quando un vignaiolo esordisce con queste parole, ti senti accolto, guidato in un mondo unico…
Un mondo fatto di storia familiare, scelte intime talvolta conflittuali, timorose e al contempo tenaci e lungimiranti.
Sorridi, tiri fuori il taccuino degli appunti e inizi a scrivere e ad ascoltare…
Ad ascoltare…
di Enrico, il nonno (*), originario di Ruttars e catapultato a Brazzano, come accadeva sempre ai mezzadri e lavoranti dell’agricoltura. Un uomo lungimirante e avventuroso che all’età di 56 anni cambia pelle e si reinventa come vignaiolo. Una famiglia, una casa e tre ettari di vigneto da pensare, inventare, progettare.
Una preferenza assoluta per i bianchi …e un amore per quel bianco inebriante che è il suo Tocai.
Vita, errori, ripensamenti e determinazione per ottenere dalla sua vigna sempre il meglio…
Vino in damigiana, in bottiglioni…si usa così. Rende abbastanza e quindi va bene così…
Ad ascoltare…
della sua famiglia e di quel nipotino, Daniele Drius, che sin da piccolo si trascina dietro in vigna…
Dopo poco tempo si accorge che non serve più nemmeno trascinarlo. Gli ha trasmesso la sua passione, glielo legge negli occhi.
Nel pacchetto sono comprese tutte le conoscenze che lui ha imparato negli anni, le accortezze, i trucchi, le alchimie, l’intuito per le nuvole e il rispetto per la sorte.
Ora quel vecchio stanco può passare il testimone e godersi la vigna come semplice amante, con la pazienza, la calma la tenerezza delle seconde occasioni.
Ad ascoltare…
di quel nome “Simon” uscito dalla storia familiare, quando in un mondo ormai desueto una vedova aveva bisogno della figura di un uomo, di un famei, che trattasse di affari e di responsabilità alla pari con gli altri uomini. Simon era quella figura, quella voce autorevole che il mondo reclamava…
Ad ascoltare…
Frequentavo la Facoltà di Agraria all’Università… l’indirizzo degli studi era chiaro.
Il nonno ha avuto problemi di salute, si trattava di scegliere…
o cedevamo in affitto i terreni
O…
Raccolsi tutte le conoscenze tecniche che avevo appreso negli studi, gli insegnamenti di mio nonno, chiusi gli occhi e saltai, trovando la forza in me stesso e la libertà dalla paura…
In questo percorso ho avuto la guida di uomini di valore e di ingegno (Josko Gravner, Natale Favretto, Enzo Pontoni, Adriano Zago e altri) che hanno drizzato le mie sbandate e guidato i miei passi nei momenti incerti.
Ho abbracciato la coltura biologica quasi subito e con il tempo piccoli rudimenti di biodinamica in vigna, in cantina resto fedele agli insegnamenti della tradizione ripresi da Natale: togliere e non aggiungere… ho preso il meglio di due mondi.
Volevo dare al mio lavoro la giusta veste e contenuto, scelsi di uscire con la mia bottiglia, la mia etichetta; in vigna adottai la diminuzione delle rese…
Il nonno non era contento…ma era la mia vigna e il mio futuro. Lo avevo scelto.
“Ho fatto tanti errori, ma alla fine ho capito ed è grazie a questi che ho centrato la strada che cercavo e … credo sia quella giusta.
Piccole tappe in un percorso in salita, un sacrificio alla volta, piccoli traguardi, piccoli tasselli di un sogno grande.
Ho misurato con la fatica, timore e tenacia il valore di ogni singola tappa, di ogni piccolo progresso e preziosa conquista.
Ventisei anni al timone… ventisei anni di me alla guida di Simon di Brazzan.”
Chiudo il taccuino con la consapevolezza che sono custode e testimone della scelta di un ragazzo … e del suo volo.
Simon di Brazzan – Via S.Rocco, 17, 34071 Cormons GO; tel. +39 0481 61182
(*) Il nonno materno di Daniele, Enrico “Simon” Veliscig, è scomparso nel 2021 all’età di 103 anni.
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“I like it when, in addition to tasting, we can talk about everything that comes before wine.
I have many things to tell you…”
When a winemaker begins with these words, you feel welcomed, guided into a unique world…
A world made of family history, sometimes conflicting intimate choices, fearful and at the same time tenacious and far-sighted.
You smile, take out your notebook and start writing and listening…
To listen…
about Enrico, the grandfather (*), originally from Ruttars and catapulted to Brazzano, as always happened to sharecroppers and agricultural workers. A forward-looking and adventurous man who at the age of 56 sheds his skin and reinvents himself as a winemaker. A family, a house and three hectares of vineyards to conceive, invent, design.
An absolute preference for whites… and a love for that heady white that is his Tocai.
Life, mistakes, second thoughts and determination to always get the best from his vineyard…
Wine in demijohns, in big bottles… that’s how it’s used. It makes enough and so that’s okay…
To listen…
about his family and of that little nephew who has been dragging himself along in the vineyard since he was a child …
After a short time he realizes that he doesn’t even need to drag him anymore. He has passed on his passion to him, he can see it in her eyes.
The package includes all the knowledge he has learned over the years, the shrewdness, the tricks, the alchemy, the intuition for the clouds and the respect for fate.
Now that tired old man can pass the baton and enjoy the vineyard as a simple lover, with the patience, calm and tenderness of second chances.
To listen…
about that name “Simon” that came out of the family history, when in a now obsolete world a widow needed the figure of a man, a famei, who dealt with business and responsibilities on a par with other men. Simon was that figure, that authoritative voice that the world claimed…
To listen…
I was attending the Faculty of Agriculture at the University… the focus of my studies was clear.
Grandfather had health problems, it was a matter of choosing…
or we leased the land
Or …
I collected all the technical knowledge that I had learned in my studies, my grandfather’s teachings, closed my eyes and jumped, finding the strength in myself and freedom from fear…
In this journey I have had the guidance of men of valor and talent (Josko Gravner, Natale Favretto, Enzo Pontoni, Adriano Zago and others) who straightened my skids and guided my steps in uncertain moments.
I embraced organic farming almost immediately and over time little rudiments of biodynamics in the vineyard, in the cellar I remain faithful to the teachings of tradition taken from Christmas: remove and not add… I got the best of both worlds.
I wanted to give my work the right look and content, I chose to go out with my bottle, my label; in the vineyard I adopted the reduction of yields…
Grandpa wasn’t happy… but it was my vineyard and my future. I had chosen it.
“I made many mistakes, but in the end I understood and it is thanks to these that I hit the road I was looking for and… I think it’s the right one.
Small stages in an uphill journey, one sacrifice at a time, small goals, small pieces of a big dream.
With effort, fear and tenacity, I measured the value of every single stage, of every little progress and precious conquest.
Twenty-six years at the helm… twenty-six years of me at the helm of Simon of Brazzan.”
I close the notebook with the awareness that I am the guardian and witness of a boy’s choice … and his flight.
(*) Daniele’s maternal grandfather, Enrico “Simon” Veliscig, passed away in 2021 at the age of 103.