di Alessia Canarino
Il connubio arte e vino non è nuovo in Italia, tante le etichette più o meno blasonate disegnate da artisti di fama internazionale. In Italia, dove il territorio è ricco di storia, tradizione e archeologia, intrecciare arte e vino è il risultato dei legami antichissimi alle spinte innovative nella ricerca enologica e nella contemporaneità di design.
Tuttavia gli unconventional wine dell’azienda irpina Donnachiara si distinguono, per originalità: Kapemort è la linea, appunto, non convenzionale che punta ad un target giovane, facendo cultura del vino in modo più divertente. A volte il mondo del vino risulta un po’ imbalsamato, per questo la vena esoterica delle etichette Kapemort rompono senza dubbio gli schemi. Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Aglianico Irpinia DOC, Taurasi DOCG; ci sono tutti i vini più rappresentativi della provincia di Avellino, con la stessa qualità della cantina di origine, Donnachiara, lo stesso prezzo di mercato, ma una comunicazione più graffiante. Le etichette, opera dell’artista messinese Alex Caminiti, apprezzato in tutto il mondo, sono una fusione di classicismo e pop, così come le sue opere, nelle quali raffigura supereroi moderni nelle sue tele, accanto ai celebri eroi del mondo antico come Bacco e la Gioconda.
L’esoterismo di Napoli appare vivido sulle etichette delle bottiglie attraverso colori brillanti e crudi, che arrivano diretti all’occhio del consumatore. Le etichette celebrano la memoria di un popolo attraverso la cultura, la geografia e i personaggi storici più incisivi: non è strano, forse unconventional, incontrare Sibilla Fiano di Avellino DOCG, Megaride Greco di Tufo DOCG, Nerone Irpini Aglianico DOC e Maradona nella stessa linea.
A Diego Armando Maradona, infatti, l’artista ha dedicato A diEGO, cru di Greco di Tufo DOCG, celebrazione di un campione senza tempo, arrivato ad affiancare San Gennaro, unico idolo partenopeo – fino a quel momento – nell’immaginario della tradizione popolare.
I vini Kapemort diventano così non convenzionali, non per il loro metodo di produzione, ma per l’essere oggetti di design intrisi della tradizione campana, ricca di un mito spesso sconosciuto al pubblico nazionale e ancor di più a quello internazionale.