Con lo slogan “Sapido. Elegante. Vulcanico. Semplicemente Frascati” il Consorzio di Tutela Denominazione Vini Frascati ha dedicato una serata al vino Frascati Superiore nell’esclusiva atmosfera del Relais Appia Antica, una suggestiva villa ubicata nel cuore della Roma antica esattamente lungo una delle più note vie consolari.
“Nonostante il nostro vino abbia alle spalle una ricca tradizione enologica che risale a più di duemila anni , oggi la bevuta elegante e originale del Frascati Superiore fa colpo soprattutto sulle giovani generazioni” dichiara il Presidente del Consorzio, Andrea Evangelisti.
Il Consorzio, con 33 cantine aderenti che rappresentano il 95% della produzione, sta portando avanti un’azione concordata di tutela e salvaguardia dei vini a marchio Frascati in Italia e nel mondo.
La denominazione Frascati DOC nasce nel 1966 e si arricchisce nel 2011 con la DOCG “Frascati Superiore” e la versione “Riserva”. La base ampelografica delle uve che la compongono sono Malvasia bianca di Candia e/o Malvasia del Lazio (Malvasia Puntinata) minimo al 70% ; Bellone, Bombino bianco, Greco bianco, Trebbiano Toscano, Trebbiano giallo, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 30%.
La zona di produzione delle uve comprende per intero il territorio amministrativo dei comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone ed in parte quello di Roma e Montecompatri.
Da disciplinare le forme di allevamento sono Guyot e Cordone speronato, i sesti di impianto hanno un numero minimo di ceppi di 3.000 per ettaro e non sono ammessi impianti a tendone e/o pergola. Consentita invece l’irrigazione di soccorso. Il “Frascati Superiore Riserva” è sottoposto ad un periodo di affinamento non inferiore a 12 mesi, di cui 3 mesi di affinamento in bottiglia.
La collocazione geografica dell’area, situata ad un’altitudine tra i 70 e i 500 metri s.l.m. con presenza di un sottosuolo vulcanico composto da materiale lavico, tufaceo e sabbioso, conferisce a questi vini un’aromaticità molto intensa e una salinità tipica. Questi vigneti sono a ridotta distanza dal mar Tirreno, permettendo alla brezza marina di apportare il suo benefico influsso ed una buona ventilazione in grado di mantenere integre le uve. L’annata in degustazione è stata principalmente la 2022: un’annata molto calda con intensi picchi di calore in cui la gradazione alcolica si è rivelata lievemente superiore alla media. Un profilo aromatico intenso con intrecci di frutta estiva e tropicale, agrumi ad erbe aromatiche, si fonde ad un gusto morbido con una buona persistenza ed un finale ammandorlato.
Tra tradizione ed innovazione, agricoltura “green” e attitudine alla viticoltura “salubre”, i produttori del Frascati Superiore già da anni stanno puntando sulla qualità organolettica, come è infatti stato evidenziato nelle due masterclass condotte dalla sommelier enogastronoma Adua Villa e dal giornalista Luca Grippo, con una degustazione complessiva di 21 referenze.
Esempio ne sono le aziende agricole San Marco e L’Olivella, quest’ultima col suo progetto BIOWINE e vigneti sperimentali dal 1986, tra i primi ad utilizzare la tecnica della criomacerazione, per una maggiore estrazione dei profumi, e ad istituire un premio qualità alle uve dei suoi giovani conferitori .
L’azienda agricola sociale Agricoltura Capodarco ha scelto il regime biologico. Orientata all’inclusione e all’ integrazione lavorativa, nonchè al rispetto dell’ambiente, l’azienda ha sviluppato progetti di solidarietà per chi vive in condizioni di svantaggio. Il “Philein” Riserva degustato viene prodotto da piante di circa 40 anni vendemmiate manualmente, con uve passate a macerazione pellicolare prefermentativa e successivi fermentazione e affinamento in acciaio e in bottiglia. Bouquet elegante di fiori freschi e timo, frutta matura e pompelmo. Il sorso è sorretto da un’acidità equilibrata e un finale ammandorlato.
Anche il “Villa dei Preti” dell’azienda Villa Simone è espressione dell’alta vocazione enologica del territorio: nasce negli anni Ottanta sulle colline di Monteporzio, tra i più alti Comuni della denominazione, a circa 350 metri s.l.m. Il terreno di allevamento dei vigneti è composto da magma e basalto, poco profondo e ricco di scheletro, mentre l’altitudine e la buona esposizione conferiscono ai vini un bel ventaglio aromatico di frutta e fiori bianchi. Al palato è sapido, di buona struttura con un’ottima corrispondenza alle note olfattive. E’ stata tra le prime aziende ad ottenere la certificazione della sostenibilità, con una politica di basso impatto ambientale, utilizzo di concimi organici, oltre a lavorazioni del terreno e trattamenti antiparassitari a base di rame e zolfo effettuati solo in caso di necessità. Il suo enologo, Lorenzo Costantini, è stato uno tra i primi ad operare una zonazione delle vigne e a credere nel fatto che questa denominazione si possa esprimere al meglio utilizzando la Malvasia del Lazio.
Nell’ambito delle Malvasie, vitigni principali del disciplinare di produzione del Frascati Superiore DOCG, la Malvasia del Lazio, detta puntinata per la sua caratteristica picchettatura sulla buccia, è la meno produttiva ma con i profumi fruttati più freschi ed intensi, mentre la Malvasia Bianca di Candia, sebbene più tardiva, risulta più fruttifera e di più facile gestione in vigna.
Pur avendo la stessa matrice vulcanica, la composizione dei suoli del territorio del Frascati Superiore è assai diversificata: zone rossastre più vicine al cratere del vulcano e al collasso della camera magmatica con ceneri e lapilli, zone bianche laviche, dalle pozzolane dette localmente “terrinelle”, fino a quelle tufacee dette localmente “cappellaccio” o “occhio di pernice”, in grado di creare uno stato di permeabilità del terreno e trattenimento dell’acqua. Tutto il territorio beneficia comunque di un clima mite pur presentando variabilità dalla zona più alta e centrale del cratere a Monteporzio Catone, a quella orientale di Montecompatri più fredda, per finire con le aree più calde scendendo verso Roma.
Il Frascati Superiore “Le Piantate” dell’azienda Volpetti di Ariccia, sui Colli Albani, è frutto di una deroga al disciplinare del 2021 che ha allargato il territorio di produzione della denominazione al di fuori della città di Frascati. Vino che nasce per il mercato americano, è un blend di trebbiano, malvasia e greco. Fruttato e fresco, dal gusto persistente, sapido ed equilibrato con finale lievemente ammandorlato. Gastronomico.
Ecco appunto, la ristorazione. Sapete che è più facile trovare in carta i vini laziali all’estero che non in quelle dei ristoranti italiani? E’ assolutamente necessario e doveroso promuovere il valore di questa denominazione soprattutto nel canale Ho.re.ca. laziale e negli ultimi anni c’è stato un timido accenno di inversione di tendenza, col tentativo di captare anche l’interesse delle giovani generazioni.
A Monte Porzio Catone, Borgo del Cedro è invece la startup di una giovane azienda tutta al femminile, nata solo nel 2019 abbracciando a 360 gradi un’agricoltura sostenibile, dalle pratiche in vigna alla vinificazione e all’imbottigliamento, con la bella scelta della bottiglia leggera (450 gr.) e di un’etichetta costituita nella filigrana da buccie d’uva. L’assaggio del suo “Filae” conferma i sentori tipici del Frascati Superiore con sensazioni esotiche e una decisa presenza della componente agrumata. Finale di frutta secca e di bella sapidità che invita al nuovo sorso.
Investire nell’innovazione è il credo del marchio Casale Vallechiesa. L’Azienda di Frascati a febbraio di quest’anno ha emesso sul mercato, con asta pubblica, il primo Non Fungible Token (NFT) di un vino laziale, acquistabile solo tramite Ether, una cryptovaluta internazionale legata alla blockchain di Ethereum. Il Token dà diritto al possessore di ritirare una cassetta di 6 bottiglie di spumante metodo classico 2020 di Malvasia Puntinata, con un affinamento di 36 mesi sui lieviti. Il NFT funziona come un certificato di proprietà e come un’obbligazione digitale che può essere riscattata alla fine del processo di spumantizzazione. “I miei avi hanno iniziato a produrre e vendere vino alla fine dell’Ottocento e oggi siamo arrivati alla quinta generazione, che è riuscita ad emettere NFT di una produzione limitata di spumante. Dal carretto per la raccolta delle uve alle cryptovalute, abbiamo coperto un lungo arco di tempo” afferma entusiasta Bruno Gasperini, proprietario e Managing Director dell’azienda, dalle decise capacità imprenditoriali avendo fondato, tra varie altre iniziative, anche Vitaemin Detox, una linea di integratori per sportivi a base di uva.
Nel cuore dei Castelli Romani, a Marino, si trova una delle cantine cooperative storiche più grandi (140 soci e circa 1000 ettari di vigneti), l’azienda Gotto d’Oro che, attraverso la linea superiore “Vinea Domini”, ha voluto fortemente riscattare le eccellenze qualitative e i vitigni autoctoni del territorio romano, progetto che ha avuto inizio circa dieci anni fa. Il suo Frascati Superiore DOCG nasce nel 2019 da un’attenta selezione di vigneti, cru di vecchie vigne poco produttive a beneficio di una maggiore complessità aromatica. Il blend delle uve è malvasia di candia, malvasia puntinata e greco. Avvicinando il calice al naso, spicca una pesca a polpa gialla e frutta tropicale con note floreali. Il gusto è fruttato, fresco e minerale, di buon corpo e sapido.
Il marchio Principe Pallavicini, viticoltori dal 1670, conta circa 80 ettari vitati tra la tenuta a Colonna e quella di Cerveteri. Con l’obiettivo di accrescere qualitativamente i suoi vini , l’azienda ha recentemente costruito una nuova cantina con tini troncoconici “tipo Lem” idonei alla vinificazione separata di ogni singola vigna al fine di conoscere caratteristiche e potenzialità di ciascun ettaro di proprietà. Particolare attenzione alle varietà autoctone malvasia puntinata e cesanese. “Poggio Verde” è composto dal 70% di Malvasia del Lazio, 15% Greco e 15% Bombino. Criomacerazione e pressatura soffice delle uve, con utilizzo solo del mosto fiore, donano al vino un bouquet intenso di frutta esotica e un gusto pieno, salmastro, con accenni di salvia e menta.
L’Azienda Gabriele Magno chiude la rassegna della seconda batteria di degustazioni con il suo Frascati Superiore 2022. Nasce dal progetto di Gabriele Magno e Luigi Fragiotta nel 2015, intorno al casale “La Torretta” nella valle Marciana a Grottaferrata a 300 m s.l.m. I 5 ettari di vigne trentennali di proprietà della famiglia Magno – Di Mattia, poi ricevuti in eredità da Gabriele, circondano il casale e sorgono su uno dei tanti crateri del vulcano, dal suolo caratterizzato da arenarie stratificate e zolle tufacee. Pigiatura soffice delle uve (75% malvasia e 25% trebbiano), affinamento sulle fecce per 3 mesi, fermentazione in acciaio a temperatura controllata. Al naso risulta ampio, minerale con note di frutta a polpa gialla, ginestra e pietra focaia. Gusto caldo, avvolgente, con finale lungo e ammandorlato.
La serata è valsa a mettere in luce quanta strada all’insegna della qualità è stata percorsa finora da questo territorio nella speranza che ci riservi, in un futuro molto prossimo, finalmente delle belle sorprese, e ciò grazie anche ad alcune importanti scelte intraprese dai suoi produttori negli ultimi anni.
Perchè la storia millenaria del territorio vulcanico laziale grida a gran voce il suo valore: Frascati, Eleganza Superiore!