(U.G.) C’è stato un tempo non molto lontano in cui quantità consistenti di vini rossi siciliani erano destinate a viaggiare verso le regioni del Nord oppure finivano nello sfuso. E c’è stato un tempo, sempre piuttosto recente, in cui (non solo nell’isola) si preferiva assemblare, in un unico vino, uve differenti coltivate nello stesso vigneto o anche in più vigneti. C’era il vino rosso, ma c’erano anche il bianco e il rosato sic et simpliciter.
Un punto di svolta in Sicilia è arrivato nel 1984 quando la casa vinicola Duca di Salaparuta – dimostrando di saper vedere lontano – decise di produrre un vino rosso proveniente solo da uve Nero d’Avola in purezza, il vitigno a bacca rossa più coltivato nell’isola. Duca Enrico è perciò il primo Nero d’Avola in purezza ad essere imbottigliato nella storia dei vini siciliani.
In principio i vigneti erano quelli di Butera (ad alberello) e di Gela (a spalliera). Dal 2008 Duca Enrico nasce dal territorio di Suor Marchesa nel comune di Riesi (al centro della Sicilia) ad un’altitudine compresa fra 260 e 350 metri. In questo caso, da vigne ad alberello allevate su suoli di natura calcarea e argillosa. Dalla stessa tenuta, ma in zone diverse, si trovano le vigne da cui nasce l’altro rosso aziendale Passo delle Mule.
All’epoca fu un lungimirante enologo piemontese, Franco Giacosa, a scommettere per primo sul Duca Enrico, quello che in breve è diventato un grande rosso siciliano: iconico, austero, sicuro! Negli anni si sono avvicendati Angelo Paternò, Carlo Casavecchia, Francesco Miceli e, dall’annata 2018, la wine maker toscana Barbara Tamburini coadiuvata dagli enologi interni aziendali, Francesco Miceli e Salvo Tomasello.
Il vino è dedicato a Enrico Maria Alliata di Villafranca, Duca di Salaparuta, nobile gastronomo siciliano, proprietario della storica tenuta di Casteldaccia, vissuto nella prima metà del XX secolo.
Circa novemila le bottiglie prodotte ogni anno per uno schema di vinificazione che prevede la fermentazione alcolica in vasche di acciaio a temperatura controllata (28°C). Dopo la svinatura, il vino ottenuto svolge la fermentazione malolattica. Seguono affinamento per 18 mesi in barriques di rovere francese nuove e di secondo passaggio e altri 6 mesi di permanenza in bottiglia. La gradazione alcolica oscilla fra i 13,5% e i 14,5% in base all’annata.
Dieci annate in degustazione
La degustazione si è tenuta nei saloni della Fondazione Italiana Sommelier di Roma ed è stata condotta da Daniela Scrobogna, alla presenza dell’enologa Barbara Tamburini e dello staff aziendale.
1985
E’ la seconda annata imbottigliata dalla Duca di Salaparuta. Rosso aranciato nel calice, esprime tonalità delicate di fiori secchi, macchia mediterranea, chicco di caffè, prugna in confettura, salmastro, alloro, tamarindo e ancora di grafite, cuoio e tabacco. In bocca scorre integro, elegante, pur se smagrito, grazie a notevole sapidità e freschezza. Tannini davvero sorprendenti, vivi, nobili e d’indubbia qualità. Nel finale un marker di arancia rossa.
1993
Trascorsi otto anni, è un susseguirsi ordinato di profumi terziari quali sottobosco, terra bagnata, fungo, tabacco dolce, china e goudron; al gusto esplode la freschezza che prevale sulla sapidità mentre il tannino è integro e levigato. Un Nero d’Avola decisamente maschile nel carattere.
1999
Naso intenso, ricco di erbe aromatiche (origano, rosmarino, pepe nero) seguiti da sbuffi di carruba, caffè, tamarindo, rabarbaro in una nitida matrice balsamica. Il tannino in primo piano rende vivace e graffiante un sorso più sapido più che fresco. Persistente nel suo nitido finale di rabarbaro.
2000
Concentrato e compatto, granato fitto all’aspetto. Naso espressivo ed evoluto fra cuoio, tabacco dolce, caffè e una nota fumè che fa capolino. In bocca è ancora molto vivo grazie a freschezza e sapidità al top, ma ha ancora margini di miglioramento. Un vino “muscolare”, dal tannino dinamico.
2004
Gli enologi riferiscono che quest’annata nasce da uve leggermente surmature. Intensamente profumato fra spezie, confettura di visciole, fiori appassiti, menta, macchia mediterranea. Sorso compatto e molto fresco, tannino dinamico e fine, corposo e lungo. E’ ancora giovane nonostante i suoi 18 anni e nonostante la 2014 sia stata in zona un’annata più favorevole ai bianchi che ai rossi.
2008
Inverno piovoso, primavera mite, autunno caldo. Naso nettamente balsamico, mentolato, che oscilla da un lieve floreale di genziana alle erbe aromatiche, dall’arancia rossa alle tinte iodati. Nel complesso prevalgono note più “dolci”. Ingresso in bocca sontuoso, corposo, fresco e sapido, con un tannino di gran classe. E’ questo un vero Nero d’Avola moderno, carismatico, equilibrato nella sua semplice complessità. Top!
2009
Nel calice è granato intenso dal bordo aranciato. Note evolute di tabacco scuro e caffè, cacao, grafite, chiodi di garofano. Sorso morbido, elegante, dai tannini fini. Tanta sapidità e persistenza in un bel finale iodato. Classico!
2013
I profumi denotano subito un’annata molto calda. Siamo fra il fumé, i toni carnosi, di bacche di ginepro, i chiodi di garofano e poi il tabacco e il cuoio. Infine affiora la prugna in confettura. Attacco al gusto intenso, sfrontato, morbido, con un quid alcolico e tannini molto nervosi ma di qualità. Poi è avvolgente, più sapido che fresco. Chiude il sorso una sensazione di liquirizia.
2016
Inverno secco, vendemmia nella seconda metà di ottobre. Al naso china, rabarbaro, tanto balsamico, e poi violetta fresca, ciliegia, con un inizio di note evolute di tabacco dolce e cuoio, macchia mediterranea e pepe nero, nella tipologia pura del vitigno. Gusto intenso, corposo, più sapido che fresco con tannini morbidi e nobili. Si nota l’uso delicato del legno, mai invadente che infonde equilibrio al sorso.
2018
Inverno freddo e piovoso, primavera ed estate miti. Maturazione delle uve equilibrata. Vendemmia nella seconda settimana di settembre. E’ la prima annata della gestione di Barbara Tamburini.
Rosso rubino fitto. Al naso more e violetta, impronta nettamente balsamica, fra liquirizia e spezie dolci. E’ avvolgente e intenso al sorso, con tannino presente e massaggiante. E’ corposo, strutturato, mettendo in evidenza tanto frutto e sapidità. Un nero d’Avola giovane, pronto da bere e con grandi potenzialità per i prossimi 10 anni almeno.
“Il concetto che ispira la produzione del Duca Enrico – spiega Barbara Tamburini – è quello di poter avere un rosso moderno, dal sorso elegante e appagante, da bere già nel momento in cui viene immesso sul mercato, ma, se si vuole, anche un vino da poter lasciare in cantina per 3,5, 10 anni e oltre, grazie al suo potenziale d’invecchiamento”.
Un vino che ha fatto la storia del Nero d’Avola in Sicilia e nel mondo.
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There was a time not so far in which large quantities of Sicilian red wines were destined to travel to the northern regions or ended up in bulk. And there was a time, always rather recent, in which (not only on the island) it was preferred to blend different grapes grown in the same vineyard or even in several vineyards in a single wine. There was red wine, but there were also white and rosé sic et simpliciter.
A turning point in Sicily came in 1984 when the Duca di Salaparuta winery – demonstrating that it knew how to see far – decided to produce a red wine coming only from 100% Nero d’Avola grapes, the most cultivated red grape variety in the island. Duca Enrico is therefore the first 100% Nero d’Avola to be bottled in the history of Sicilian wines.
In the beginning the vineyards were those of Butera (alberello) and Gela (espalier). Since 2008 Duca Enrico was born from the territory of Suor Marchesa in the municipality of Riesi (in the center of Sicily) at an altitude between 260 and 350 meters. In this case, from sapling vines grown on calcareous and clayey soils. From the same estate, but in different areas, are the vineyards from which the other Passo delle Mule company red is born.
At the time it was a forward-looking Piedmontese winemaker, Franco Giacosa, who was the first to bet on Duke Enrico, what soon became a great Sicilian red: iconic, austere, safe! Over the years, Angelo Paternò, Carlo Casavecchia, Francesco Miceli have taken turns and, since the 2018 vintage, the Tuscan wine maker Barbara Tamburini assisted by the company’s internal oenologists, Francesco Miceli and Salvo Tomasello.
The wine is dedicated to Enrico Maria Alliata di Villafranca, Duca di Salaparuta, noble gastronome, owner of the historic Casteldaccia estate, who lived in the first half of the 20th century.
Approximately nine thousand bottles are produced each year for a winemaking scheme that involves alcoholic fermentation in steel tanks at a controlled temperature (28°C). After racking, the wine obtained undergoes malolactic fermentation. This is followed by aging for 18 months in new and second-use French oak barriques and another 6 months of permanence in the bottle. The alcohol content fluctuates between 13.5% and 14.5% depending on the vintage.
1985
It is the second vintage bottled by Duca di Salaparuta. Orange-red in the glass, it expresses delicate shades of dried flowers, Mediterranean scrub, coffee bean, plum jam, brackish, laurel, tamarind and again graphite, leather and tobacco. In the mouth it flows intact, elegant, even if thinned, thanks to its remarkable sapidity and freshness. Truly surprising tannins, alive, noble and of undoubted quality. In the finish a blood orange marker.
1993
Eight years later, it is an orderly succession of tertiary scents such as undergrowth, wet earth, mushrooms, sweet tobacco, cinchona and goudron; on the palate the freshness that prevails over the sapidity explodes while the tannin is intact and smooth. A decidedly masculine Nero d’Avola in character.
1999
Intense nose, rich in aromatic herbs (oregano, rosemary, black pepper) followed by puffs of carob, coffee, tamarind, rhubarb in a clear balsamic matrix. The tannin in the foreground makes a more sapid rather than fresh sip lively and biting. Persistent in its clear rhubarb finish.
2000
Concentrated and compact, dense garnet in appearance. Expressive and evolved nose between leather, sweet tobacco, coffee and a smoky note that peeps out. In the mouth it is still very much alive thanks to top freshness and flavour, but still has room for improvement. A “muscular” wine with dynamic tannins.
2004
Winemakers report that this vintage comes from slightly overripe grapes.
Intensely perfumed with spices, cherry jam, withered flowers, mint, Mediterranean scrub. Compact and very fresh on the palate, dynamic and fine tannins, full-bodied and long. He is still young despite his 18 years and despite the fact that 2014 was a year more favorable to whites than reds in the area.
2008
Rainy winter, mild spring, warm autumn.
Clearly balsamic, mentholated nose, which oscillates from a light floral scent of gentian to aromatic herbs, from blood orange to iodine hues. Overall, more “sweet” notes prevail.
Sumptuous entry into the mouth, full-bodied, fresh and sapid, with classy tannins. This is a true modern Nero d’Avola, charismatic, balanced in its simple complexity. Top!
2009
In the glass it is intense garnet with an orange edge. Evolved notes of dark tobacco and coffee, cocoa, graphite, cloves. Soft, elegant sip, with fine tannins. Lots of sapidity and persistence in a nice iodized finish. Classic!
2013
The aromas immediately denote a very hot vintage. We are between smoky, fleshy tones, juniper berries, cloves and then tobacco and leather. Finally the plum jam emerges.
Attack on the intense, cheeky, soft taste, with an alcoholic quid and very nervous but quality tannins. Then it is enveloping, more savory than fresh. A licorice sensation closes the sip.
2016
Dry winter, harvest in the second half of October.
On the nose china, rhubarb, lots of balsamic, and then fresh violet, cherry, with the beginning of evolved notes of sweet tobacco and leather, Mediterranean scrub and black pepper, in the pure typology of the vine. Intense, full-bodied taste, more savory than fresh with soft and noble tannins. We note the delicate use of wood, never invasive which infuses balance to the sip.
2018
Cold and rainy winter, mild spring and summer. Balanced ripening of the grapes. Harvest in the second week of September. It is the first year of Barbara Tamburini’s management.
Dense ruby red. On the nose blackberries and violets, clearly balsamic imprint, between licorice and sweet spices. It is enveloping and intense on the palate, with present and massaging tannins. It is full-bodied, structured, highlighting a lot of fruit and flavor. A young Nero d’Avola, ready to drink and with great potential for at least the next 10 years.
“The concept that inspires the production of Duca Enrico – Barbara Tamburini explains – is that of being able to have a modern red, with an elegant and satisfying sip, to drink right from the moment it is placed on the market, but, if you want, also a wine that can be left in the cellar for 3.5, 10 years and more, thanks to its aging potential”.
A wine that made the history of Nero d’Avola in Sicily and in the world.