Era il 1500 quando gli antenati di Roberto Picech arrivarono dalla Boemia in Friuli, stabilendosi nel 1920 a Cormons nel Collio, sulla collina di Pradis. All’inizio erano mezzadri della famiglia nobile dei De Savorgnan, in seguito nel 1963 il papà Egidio, detto “il ribel” a causa del suo carattere battagliero, riesce ad acquistare la proprietà. Infine nel 1989 Roberto, con la moglie Alessia, acquisisce la conduzione dell’azienda, rendendola un punto di riferimento del sistema Collio.
I vigneti
Incamminandosi verso i vigneti, Roberto, sorridente e loquace, racconta che la collina di Pradis è una zona boschiva, molto ventilata e con un’escursione termica ideale per la maturazione delle uve dei suoi 6 ettari vitati a terrazze, mentre un altro ettaro e mezzo si trova a Cormons. La marna arenaria di origine eocenica, la ponca, costituisce la fertilità dei suoli di questa zona; dal canto suo, Roberto da diversi anni lavora in regime biologico utilizzando come unico nutrimento il letame e mantenendo tra i filari la vegetazione spontanea e rigogliosa nella zona di Pradis, ricca di fiori di campo e trifoglio, in grado di mantenere fresca la temperatura del terreno, aspetto oggi fondamentale per affrontare il cambiamento climatico.
Picech è totalmente contrario all’irrigazione, le radici devono riuscire a scendere in profondità nel sottosuolo per trovare da sole acqua e sostanze nutritive. Le viti storiche sono degli anni sessanta, i nuovi impianti degli anni novanta con sistema guyot e cordone speronato, il tutto gestito con lavorazioni manuali. Parliamo di bianchi autoctoni come il Friulano, la Ribolla Gialla e la Malvasia, mentre come internazionale il Pinot Bianco. Il Pinot Grigio non è mai stato impiantato per scelta, mentre il Sauvignon è stato estirpato. Nelle annate migliori l’azienda produce una riserva da Merlot e le viti di Tocai danno invece vita a tre etichette.
La cantina
La cantina interrata, perfettamente integrata col paesaggio, risale al 2005: si tratta di una struttura semicircolare a due livelli, costruita in legno, cemento armato e acciaio, sempre nel rispetto della filosofia produttiva. Dopo la diraspatura, alcune uve vanno in macerazione, mentre la svinatura avviene a caduta. Roberto spiega che il Pinot Bianco è la prima uva che entra in cantina e per la cui fermentazione si utilizzano lieviti selezionati: ciò contaminerà l’intera cantina facendo poi partire tutte le altre fermentazioni in maniera spontanea. Tutti i vini svolgono fermentazione malolattica e non vengono filtrati. I tappi usati sono sughero monopezzo naturale. L’affinamento avviene in legno grande, barrique e cinque vasche di cemento che ospitano i bianchi da riserva.
La degustazione
Su ogni etichetta troviamo la dicitura Le vigne del Ribel a ricordo di Egidio, il padre di Roberto, uomo “intransigente” : proprio a ricordo della sua personalità si scelse in etichetta l’immagine del riccio, diventata poi il simbolo dell’azienda. Alessia, moglie di Roberto, si dedica all’accoglienza: difatti dal 2011 esiste in azienda anche una parte alloggiativa costituita da tre camere doppie, una suite in torretta e un appartamento, un’oasi di pace con vista sul Collio dove vivere una calda ospitalità familiare.
La degustazione dei vini, accompagnata dai salumi prodotti dallo stesso Roberto, avviene in compagnia del fuoco di un camino scoppiettante.
Giallo paglierino luminoso, vinifica e affina in acciaio, permanendo sui lieviti diversi mesi. L’approccio olfattivo elegante rivela la pesca bianca, note di pasticceria e fiori gialli; al sorso bella sapidità e struttura, caldo, equilibrato e complesso, promette longevità; 14,5°.
Splendido giallo dorato per questa Malvasia Istriana che sul Collio trova la massima espressione. Dopo breve macerazione, affina in acciaio sui propri lieviti per diversi mesi: il grado alcolico risulta importante, ma l’equilibrio lo rende piacevole. Al naso erbe officinali, albicocca e spezie dolci, sbuffi di zenzero, poi mandarino e bergamotto. Caldo, ampio e di notevole struttura, in bocca svela freschezza e sapidità, lunga persistenza. Anch’esso vino di grande longevità; 15°.
Con le viti di Tocai, Roberto Picech produce un vino in purezza vinificato in acciaio, un blend del Collio Bianco e la riserva Athena, dedicato alla figlia diciassettenne, studentessa di violino al Conservatorio. Selezione di uve raccolte a massima maturazione, 12-18 giorni di macerazione, poi vinificate in botti grandi e affinate due anni in cemento; imbottigliamento senza filtrazioni e una lunga permanenza in cantina prima della messa in vendita. Un sole nel bicchiere, dorato intenso, dai sentori di fiori, miele e menta, lievemente ammandorlato, con una chiusura di note tostate. Caldo, complesso e sapido, di grande persistenza; 14°.
Omaggio alla mamma di Roberto, questo blend ha il Friulano che vinifica in botti grandi e la Malvasia e Ribolla Gialla in tonneau. Dopo l’assemblaggio, riposa tre anni in botti di cemento e un anno in bottiglia, per giungere alla messa in commercio a cinque anni dalla vendemmia. Nuances dorate, al naso note agrumate e speziate e di zenzero, sbuffi d’incenso; in bocca sapido e fresco, armonico, di lunghissima persistenza gusto-olfattiva, un vino dalle notevoli potenzialità di invecchiamento; 13,5°.
Dedicato al figlio tredicenne, già interessato a seguire le dinamiche aziendali, questo rosso è prodotto solo nelle annate migliori. E’ stato degustato in anteprima (quest’anno vi troviamo ancora una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon) e sarà in vendita nel prossimo autunno. Dopo 35 giorni di macerazione, passa in legno grande con battonage giornalieri, a seguire tre anni in tonneaux. Rubino intenso, al primo impatto molto fruttato: ciliegia sotto spirito, prugna, ma anche note speziate di pepe, anice stellato e cacao amaro. Al sorso pieno e complesso, tannini vivaci, caldo e lungamente persistente; 15°.
Una sorpresa anche per Roberto e Alessia, questo 2015 da magnum: è stata una annata calda ma mai afosa, perfetta per il modello friulano. Giallo dorato, note speziate dolci ed erbe aromatiche, fiori di camomilla essiccati, sbuffi mielati, note balsamiche in un calice di grande dinamicità. In bocca giovane ma estremamente promettente per la sua attuale piacevolezza e freschezza; 14°.
Sempre da magnum e dal bel color rosso granato. Le sue complesse note virano verso le spezie, i fiori appassiti e profumi eterei come ceralacca e smalto; in bocca i tannini ancora vivaci ma abbastanza morbidi lo rendono molto intenso e piacevole.