di Alessia Canarino
Unica è stata l’edizione 2023 di Campania Stories, l’evento annuale riservato a giornalisti e operatori, per la presentazione delle nuove annate. Unico è l’aggettivo per descrivere l’Irpinia, da cui questo evento è iniziato e di cui è diventato portabandiera. Unica l’esperienza di 2 giorni di degustazione e tour della regione Campania, organizzata dall’agenzia stampa Miriade & Partners.
Dal 23 al 26 maggio scorso si è tenuto Campania Stories, l’evento vitivinicolo, per la presentazione dei nuovi rossi e bianchi ad un nutrito gruppo di giornalisti, provenienti da tutto il mondo. All’evento hanno partecipato circa 90 aziende vinicole campane. Inoltre, in segno di apertura e collaborazione con altri produttori, l’evento ha ospitato anche la cosiddetta Generazione Vulture, un piccolo gruppo di giovani produttori lucani, ma con una lunga storia enologica alle spalle, Basilisco, Carbone Vini, Fucci Elena, Grifalco, Madonne delle Grazie, Martino, Musto Carmelitano.
Ma Campania Stories è più di un semplice evento annuale. L’agenzia Miriade & Partners , nelle persone di Massimo Iannaccone, Diana Cataldo e Serena Valeriani, è impegnata tutto l’anno nella promozione e comunicazione dei vini campani, organizzando press tour, seguendo le principali riviste di settore, inviando campioni alle principali agenzie di stampa del mondo. Il loro instancabile lavoro può essere facilmente seguito online con gli hashtag #campaniastories e #iobevocampano e sul sito www.campaniastories.com
Le degustazioni hanno avuto luogo in un paesino nel cuore della zona di produzione del Fiano di Avellino docg (Aiello del Sabato) ma la serata inaugurale è stata a Gesualdo, tra i borghi più belli d’Italia. Gesualdo è il paese dell’omonimo madrigalista, che ha ospitato famosi poeti, tra cui Torquato Tasso e luogo di origine dei marmi della Reggia di Caserta. La degustazione di vini e la cena di gala della prima sera si sono svolte nel bellissimo castello di Gesualdo, sulla sommità di una collina, che domina la vallata dell’Irpinia settentrionale, da cui lo sguardo si perde fino al vulcano Vulture in Basilicata e la pianura pugliese.
La degustazione di due giorni (un giorno per i bianchi e un giorno per i rossi) è stata serrata, con 323 assaggi – 176 bianchi e 132 rossi – ma ha fornito una panoramica soddisfacente dell’annata 2022, impegnativa nel complesso a partire dalla vendemmia. Mentre il primo semestre dell’anno è stato secco e caldo (con pochissime precipitazioni) l’estate è stata ancora asciutta fino al 5 agosto, quando le piogge, i temporali, la grandine e le bombe d’acqua, hanno contribuito a dare sollievo alla vite dallo stress idrico e dall’elevata escursione termica. Il risultato sono stati rossi succosi ed elastici, principalmente da Piedirosso e bianchi timidi e acidi, soprattutto da Fiano.
Ma la parte più emozionante del press tour è stata, senza dubbio, la visita ai produttori, in almeno due province della Campania, in Irpinia e nel Sannio.
L’Irpinia ha mostrato la sua anima selvaggia, fatta di natura incontaminata, dove boschi e noccioleti lasciano spazio ai vigneti, adagiati sul pendio delle colline. Un territorio, dove la viticoltura è una questione di famiglia, dove il vino si fa da generazioni ed è sentito come un grande patrimonio. Questa è anche la storia di Di Prisco, uno dei produttori partecipanti. Una tradizione di padre in figlio nella vinificazione, dal 1994, a Fontanarosa, il paese del marmo rosa, conosciuto in tutto il mondo, dove la famiglia coltiva da anni fiano e aglianico, cercando di vinificare nel modo più naturale possibile, ma curando soprattutto i propri vigneti, appena 15 ettari.
Il miglior assaggio da Di Prisco, con il titolare Michele, è stato il Taurasi 2003 – un’annata molto calda e secca, che ora sta dando il meglio di sé. Il colore scuro, profondo, impenetrabile, era illuminato da alcuni riflessi aranciati. Al naso, note di confettura di more, appena percepibile un sentore di salsa di pomodoro e nota leggermente ematica, in bocca le note di melassa e frutta scura, terrose ma con tannini serrati hanno amplificato la beva.
Il Sannio, altra tappa dei tour organizzati per la stampa, ha mostrato il suo aspetto rigoglioso. Dopo anni di sfruttamento del nome “Falanghina” per la produzione di sfuso, finalmente l’operosità del locale Consorzio Sannio DOP, insieme all’attento lavoro in vigna di molti giovani produttori, sta dando giustizia a un territorio, per così tanto tempo sottovalutato. Il paesaggio è mozzafiato. Vigneti, uliveti, il Taburno che domina gran parte della valle, pendii e fiumi. Ora questo è un luogo dove i viticoltori si aiutano a vicenda nel processo di vinificazione ma anche nell’ospitalità, nella condivisione e nell’accoglienza di gruppi. La Rivolta a Torrecuso, è uno dei protagonisti del rinascimento sannita.
Una cantina centenaria, di tradizione famigliare, dove Paolo Cotroneo, farmacista, alla fine degli anni Novanta decise di impiantare vigneti. Attualmente la tenuta è costituita da 60 h, la metà vitati prevalentemente sulla collina del Taburno. Ed è questo il luogo di origine del vino bandiera, Falanghina Sannio DOP, sottozona Taburno, un vino verdolino, con molta personalità. Frutta a polpa gialla leggermente acerba, un tocco di acacia al naso, mentre in bocca mostra una vibrante sapidità agrumata conclude con un retrogusto ammandorlato. Un chiaro esempio della migliore qualità dei vini del Sannio.
Quindi, appuntamento a Campania Stories 2024, che si terrà – annunciato ufficialmente – proprio nel Sannio.