di Alessia Canarino
Cinque giorni alla scoperta dei territori della regione e delle nuove annate dei vini prodotti nelle principali denominazioni: un programma ricchissimo quello dell’edizione 2021 di “Campania Stories”, evento promosso da Miriade & Partners con 88 cantine partecipanti, da tutte le 5 provincie.
L’evento più atteso da operatori e stampa è iniziato lunedì 30 agosto nella splendida cornice del Campus “Principe di Napoli”, ad Agerola (NA) sede del percorso di alta formazione nel campo della ristorazione diretto da Heinz Beck, executive chef del ristorante Tre Stelle Michelin “La Pergola” di Roma. Sono seguiti poi intensissimi giorni di degustazione nel Campus, con vista mozzafiato sulla Terra degli Dei e Capri. Tuttavia la manifestazione è stata l’occasione per visitare i tanti territori della regione. Dai Campi Flegrei, un’area che è un vero e proprio museo a cielo aperto, al Sannio con degustazioni in vigna, all’Irpinia, senza trascurare i vigneti eroici della costiera, i produttori del Cilento e di Caserta.
Una full immersion che, ogni anno, permette agli addetti al settore di conoscere i vignaioli, degustare i nuovi vini, vedere i vigneti e apprendere la storia dei territori vitivinicoli campani.
La 2021 forse è stata l’edizione più impegnativa, tra ripartenza post pandemia e logistica di coordinamento in location non facilmente raggiungibili, ma di sicuro impatto. Godendo, quindi, della vista mozzafiato della costiera amalfitana, dell’Isola Li Galli e Capri, con i suo faraglioni, sullo sfondo, mi sono lasciata ispirare, degustando e annotando vini diversi dalla batteria di appartenenza, per novità, evoluzione o semplicemente da tenere sott’occhio nei prossimi anni.
Terre Stregate – Sannio Fiano Genius Loci 2020
Ben conosciuta per la Falanghina, Terre Stregate completa la sua gamma anche con Fiano e Greco, sotto la denominazione Sannio DOC. E la scelta di presentare questi bianchi, spesso adombrati dalle DOCG irpine, è senza dubbio vincente: una lettura alternativa del vitigno, allevato in un territorio unico, il Sannio. I vigneti giacciono tra Guardia Sanframondi, Castelvenere e Puglianello, tra Matese e Taburno. Affinamento solo acciaio. Oro bianco nel calice. Eleganza e riservatezza tipica del fiano, al naso, fiori d’arancio e buccia di mandarino. Tagliente, vibrante e citrino al palato, come ci si aspetta dalla 2020
Passo delle Tortore – Bacio delle Tortore Fiano di Avellino DOCG 2020
Un debutto a Campania Stories, per questa giovane azienda, fondata nel 2016, a Pietradefusi. Solo 8 ettari di proprietà, divisi tra le principali denominazioni irpine. Le uve di questo vino provengono da Lapio e dopo la criomacerazione e illimpidimento naturale a freddo, il vino fermenta parte in acciaio e parte in barriques. Grande potenza al naso e in bocca. Naso elegante sostenuto da frutta a polpa bianca, pera kaiser in primis. Al palato è sapido, di grande impatto, equilibratamente rotondo e con ritorni di erbe da cucina.
Donnachiara – Aletheia Greco di Tufo Riserva DOCG 2019
Una certezza nel gotha delle aziende irpine, ancora di più da quando la conduzione enologica è affidata a Cotarella, che insieme alla caparbia Ilaria, proprietaria dell’azienda, ha lanciato una batteria di cru tutti giocati sull’eleganza e la longevità. Non è da meno questo greco, dal colore brillante oro giallo, potente, elegante, intenso nel bicchiere e al naso. Suadente, minerale, fresco al palato con una gentile stretta tannica, tipica del vitigno.
Di Meo – Vittorio Greco di Tufo Riserva DOCG 2008
Sicuramente la chicca del tasting dei vini bianchi. Un Greco di Tufo di ben 13 anni che, come un tredicenne, non ne vuole sapere di abbassare la cresta, di approntarsi alla maturità. Un colore compatto, intenso al naso di frutta gialla matura, quasi disidratata, fresco, minerale, pieno al palato, sapido, rotondo, quasi grasso. Un adolescente che sfida il tempo e che ha voglia di far parlare di sé.
Tenuta Macellaro – Ripaudo Colli di Salerno Bianco 2019
Una realtà cilentana da seguire, quella del giovane Ciro Macellaro, proprietario ed enologo della cantina. Un moderno vigneron, che tiene fede alla tradizione del suo territorio, stretto in un fazzoletto di terra dell’alto Cilento, dove la brezza del mare attenua la sua forza mitigatrice e le escursioni termiche ricordano quelle dell’entroterra. Blend di Fiano e Falanghina, il Ripaudo è portrabandiera della produzione e sicuramente svetta nella batteria, per originalità. Giallo oro brillante al bicchiere, al naso è deciso, con sentori di castagna del prete, leggermente fumè. Al palato è salato, vibrante, persistente, ben equilibrato tra sentori vagamente erbacei di fieno e farina di castagne.
Contrada La Francesca – Barbera Monserrato 1973 Sannio DOP 2020
Vino proveniente da un unico appezzamento. Il vino, dopo fermentazioni spontanee e rimontaggi quotidiani, affina 6 mesi in anfora di terracotta. Profondo, scurissimo come solo la Barbera (ops, Camaiola) sa essere. Sciroppo di amarena e fragolina di bosco al naso. Attacco di bocca tostato e tannico, asciugante, con un finale di tabacco e spezie scure.
Stefania Barbot – Ion Campi Taurasini DOP 2018
Solo due ettari di proprietà per questa piccola chicca irpina, a Paternopoli, cuore del Taurasi DOCG. Una conferma, firmata Vincenzo Mercurio. Aglianico, da uno dei siti più elevati della provincia di Avellino, Paternopoli, che fermenta e affina solo in acciaio, per restituirci un vino dal colore profondo e scurissimo. Al naso offre un bouquet ricco, dalla ciliegia sotto spirito al pepe nero, sostenuto dalla balsamicità dell’eucalipto. Attacco di bocca dolce, con un tannino fermo e centrato, sorso compatto, teso. Chiusura di bocca su frutta scura matura, prima tra tutte la mora.
Canonico e Santoli – Hirpus Aglianico Irpinia DOP 2016
Un aglianico proposto dopo circa cinque anni dalla vendemmia: una scelta vincente per dare il giusto tempo al vitigno di esprimersi. Arturo Erbaggio, enologo di questa giovane ed emergente cantina, propone un rosso fuori dal comune. Niente rusticità, né tannini allappanti, ma piuttosto tanta eleganza, finezza e frutto. Uve di Montemarano e in cantina un passaggio in barriques di secondo passaggio per un anno. Profondo il colore, si esprime al naso con un’intensa finezza di frutta scura matura, note balsamiche e un piacevole ritorno di liquirizia e rabarbaro. Al sorso è persistente, con tannini vellutati e centrati. Chiude su note di pepe nero.
La Fortezza – Aglianico del Taburno Enzo Rillo 2017
Una solida realtà del Sannio, voluta e realizzata da Enzo Rillo, che, nonostante abbia estrazione imprenditoriale diversa dal settore vitivinicolo, dal 2009 ad oggi ha realizzato un’azienda dalla produzione importante (circa 800.000 bottiglie). Questo aglianico, che trascorre in cantina circa un anno, si presente ancora molto vivace nel bicchiere, con un colore rubino intenso. Al naso ricorda i piccoli frutti rossi in confettura. Tannino vellutato, rotondo, ben equilibrato con ritorni di confettura di amarene e spezie dolci.
Salvatore Molettieri – Renonno Taurasi DOCG 2015
Storico produttore di Montemarano (AV) che ha segnato, insieme ai nomi più importanti dell’Irpinia, la storia e lo stile del Taurasi. E a Montemarano, dove dal 1983, esiste la cantina, vengono allevate le uve di aglianico per questo iconico Taurasi, che affina quasi quattro anni in cantina. Denso nel bicchiere. Naso di ciliegia sotto spirito, sottobosco, miele di castagno. In bocca si esprima con eleganza, con tannini vigorosi, ma mai allappanti. Ritorno di spezie scure, caffè, liquirizia e finale amaricante di china.