L’annata 2017 del Brunello di Montalcino
(U.G.) Si temeva una riedizione della 2009 (peraltro valutata ufficialmente a 4 stelle, cioè ottima) ma così non è stato. Si temeva il confronto con le due “super annate” precedenti 2015 e 2016 (5 stelle per entrambe, quindi eccellenti) e così è stato. Certamente la maggior parte dei degustatori erano già condizionati (e un po’ prevenuti), dal biglietto da visita della 2017 (valutata anch’essa a 4 stelle) . Tutti a ripetere: “E’ stata un’annata calda e difficile” che ha messo a dura prova vignaioli, agronomi, enologi e cantinieri. In teoria dovrebbero averne risentito maggiormente i vigneti più a Sud della denominazione mentre dovrebbe essere andata meglio a chi ha potuto lavorare su piante ad altitudini maggiori e sul versante Nord. Il problema di fondo, reale, un po’ per tutti i viticoltori, però, è stato quello di dover gestire un’alcolicità elevata e tannini ancora verdi. Con quali risultati? Vini più potenti e meno eleganti nel calice? Non sempre l’equazione finale è stata quella prevista. Anzi. Non sono mancate le sorprese positive.
La verifica degli assaggi ci ha fatto capire che nonostante i problemi dovuti all’annata, sono stati davvero numerosi i produttori che hanno saputo gestire il lavoro sul Sangiovese grosso soprattutto in cantina, riuscendo a portare in bottiglia tanti Brunello di indubbia qualità, sfruttando fino in fondo le opportunità offerte dal disciplinare.
In molti casi, rispetto ai vini Annata abbiamo preferito le Selezioni tratte dai singoli vigneti, i cosiddetti Cru. Sono stati presentati vini pronti da bere subito e forse di minore longevità (ma sarà solo il tempo a confermarlo), comunque intensi e anche eleganti. E l’alcolicità? Percepita nel calice in alcuni casi, ma i vignaioli di Montalcino sono stati bravi a domarla.
Il Consorzio montalcinese ha presentato in anteprima queste nuove annate: il Brunello 2017 e il Brunello Riserva 2016, il Rosso di Montalcino 2020 e anche il Moscadello e il Sant’Antimo. Per undici giorni, in turni preassegnati, i nuovi vini sono stati degustati dalla stampa specializzata italiana e internazionale, da blogger, sommelier, operatori e professionisti del trade e anche winelover. Ricordiamo che il Consorzio del Brunello di Montalcino è stato il primo in Italia a ideare la formula delle anteprime per presentare le nuove annate dei vini da immettere sui mercati.
L’annata 2021 secondo gli esperti
C’era curiosità per sapere cosa ci si può aspettare dal millesimo 2021. E’ toccato all’enologo Maurizio Castelli e all’agronomo Massimo Achilli fare una valutazione sulla vendemmia e non sul vino, ovviamente non ancora pronto. Secondo i due esperti il Brunello 2021 potrà esprimere un potenziale molto elevato, con differenziazioni significative rispetto al 2019 e al 2020. In sostanza, per Castelli e Achilli la 2021 sarà una “buona annata” perché i produttori di Montalcino hanno dimostrato di saper gestire, dal campo alla cantina, il cambiamento climatico in corso. Questo nonostante l’annata sia stata caratterizzata da un marzo molto caldo, che ha anticipato il germogliamento delle viti, seguita dal brusco abbassamento delle temperature con relative gelate in aprile e dalla successiva siccità estiva. Alla fine, la maturazione delle viti si è rivelata nella norma, ma il giudizio sulla 2021 è stato rimandato: si aspetterà l’affinamento dei vini per un anno e le stelle saranno rivelate in occasione del Benvenuto Brunello 2022 già programmato il prossimo 11 novembre.
Il Benvenuto Brunello anticipato a novembre
Il pragmatismo del Consorzio di tutela del Brunello di Montalcino ha fatto sì che proprio in occasione della trentesima edizione, “Benvenuto Brunello” (l’anteprima delle nuove annate pronte da commercializzare) venisse anticipata al mese di novembre. Una scelta, approvata all’unanimità dai soci e dal Cda, che l’hanno fortemente voluta e rivelatasi a posteriori azzeccata, visto l’andamento della pandemia: i vini sono stati presentati tre mesi prima della tradizionale settimana delle Anteprime Toscane, inizialmente in programma dal 13 al 18 febbraio, poi rinviata al 19-25 marzo, (prima della ProWein anch’essa in forse).
Il Brunello di Montalcino ha perciò deciso di correre da solo, non senza aver ricevuto le prevedibili critiche dagli altri Consorzi toscani. Un cambio di rotta motivato ufficialmente dal presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci, “per rispondere a specifiche esigenze commerciali e a nuovi e più incisivi obiettivi di promozione” che – detto in soldoni – sono principalmente quelli di aver messo a disposizione il prodotto sui mercati nordamericani già dal primo gennaio 2022.
Di fatto è stato interrotto quel “gioco di squadra” che fino allo scorso maggio ha visto sempre insieme, uniti nella promozione e presentazione dei rispettivi vini in anteprima, Brunello, Chianti e Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Morellino di Scansano e tutte le altre denominazioni toscane. Le motivazioni della scelta fatte a Montalcino sono state comprese dalla Regione Toscana, nella persona dell’assessore regionale all’agricoltura, Stefania Saccardi, la quale però si augura che i Consorzi ritornino presto a fare squadra tutti insieme.
I numeri chiave del fenomeno Brunello
Il Consorzio riunisce 214 soci (il 98,2% della produzione di Brunello)
Il vigneto si estende per oltre 4.300 ettari (di cui 2.100 solo a Brunello)
Si producono in media ogni anno 9 milioni di bottiglie di Brunello di Montalcino, il 70% destinato ai mercati esteri
Il vigneto Brunello ha un valore di quasi un milione di euro per ettaro per un totale di oltre 2 miliardi di euro
Le vendite di Brunello fino all’ottobre 2021 segnavano un + 52% rispetto allo stesso periodo del 2020, anno però segnato dalla pandemia
120 le aziende presenti a Benvenuto Brunello con oltre 300 vini delle diverse tipologie.
Fra le analisi presentate, citiamo il report di Wine Intelligence realizzato su un campione rappresentativo di consumatori italiani. Risulta che il Brunello di Montalcino è il vino più conosciuto tra i consumatori del nostro Paese con una notorietà del 67%. Il consumatore tipo di Brunello è donna, del Centro Italia, di età compresa fra i 35 e i 54 anni, con un reddito che supera i 50 mila euro, perciò di ottimo livello economico.
Albatreti
Spiccate note floreali che si fondono con tinte di ciliegia e fragola. Gusto molto fresco, sapido, lineare, snello, agile, elegante, tannino morbido e buon equilibrio. Giovane.
Camigliano – Paesaggio Inatteso
Naso che sembra già evoluto, fra pepe nero e spezie dolci. Sfuma poi sul floreale e sulla ciliegia. Gusto corposo, avvolgente, scorre snello su tannini fini. Vivace.
Canalicchio di Sopra – La Casaccia
Sentori floreali di rosa e violetta, poi mora e spezie dolci. In bocca è fresco, snello e intenso allo stesso tempo, gustoso, con tannini piacevoli. Equilibrato.
Casanova di Neri – Etichetta Bianca
Si respira arioso, una ventata primaverile fra delicate note floreali e di mora carnosa. Bocca fresca, sapida, con tannini setosi e nobili. Fine e di lunga persistenza. Dinamico.
Casanuova delle Cerbaie
Note di mora e marasca, con una spruzzata di spezie. Al palato buona freschezza e tanta morbidezza, corposo e un po’ muscolare con il tannino presente che si smussa bene nel finale. Gustoso.
Casisano
Naso molto floreale, intenso, poi fruttato, essenzialmente giovane e coerente con l’annata. In bocca è morbido, fresco, agile, molto piacevole da bere. Ampio.
Castello Romitorio – Filo di Seta
Picchi di menta e liquirizia e spiccate note balsamiche lo rendono in parte già evoluto all’olfattiva. Sorso piacevole, di buona acidità, sapido, strutturato. Balsamico.
Castiglion del Bosco – Campo del Drago
Si schiude su piccole spezie dolci, poi è delicato, floreale, con tinte di frutta rossa fresca. Sorso vivace, tannino presente, di buona struttura, lungo. Particolare.
Cortonesi – Poggiarelli
Marasca selvatica, poi spezie aromatiche, sembra più evoluto. Al palato è piacevole, intenso, nervoso nei tannini e di lunga persistenza. Selvaggio.
Donatella Cinelli Colombini Casato Prime Donne – Progetto Prime Donne
Note di spezie dolci e macchia mediterranea, ciliegia e rosa fresca. Sorso avvolgente, progressivo, di sostanza ed eleganza. Bel finale di mora. Top!
Fattoria dei Barbi – Vigna del Fiore
Naso pepato, erbe aromatiche e sfondo balsamico che emerge graduale. Gusto vivace, intenso, con una lieve astringenza finale che denota la giovinezza del vino. Ha stoffa.
Franco Pacenti – Brunello Rosildo 2016
Esce un anno dopo la 2016. Bouquet aromatico, di cannella, tabacco dolce, rosa fresca, lampone. Gusto vivace e immediato, nervoso, bel tannino che si amalgama bene nel finale. Intenso.
Giodo
Nitido nei sentori, amarena e rosa fresca, poi lievi note di spezie dolci e punta balsamica. Gusto corposo ma elegante, vivace, ben bilanciato, molto fresco, con tannini setosi. Elegantissimo. Per noi il migliore fra i 2017.
Il Palazzone
Un mix piacevole di frutta rossa, poi petali di rosa, amarena, tabacco. Sorso molto elegante, vivace, morbido, tannini fini, lungo. Armonico.
Il Poggione
Note di macchia mediterranea, pepato, spezie aromatiche. Gusto dinamico, vivace, sapido, fresco, di bella struttura. Corposo.
La Fornace – Origini
Naso speziato e floreale, semplice, lineare ma incisivo. Sorso composto, fresco, tanta sapidità e buona intensità gustativa. Didattico.
Mastrojanni Vigna Loreto
Bouquet che si apre fra fiori freschi, note di ciliegia e tabacco dolce. Gusto intenso, sapido, di buona acidità, morbido e dal tannino dinamico. Arioso.
Patrizia Cencioni
Naso scuro segnato da piccoli frutti, macchia mediterranea, pepe. Sorso intenso, vivace, progressivo, di sostanza che esprime tanto frutto e persistenza. Frutto puro.
Tenute Silvio Nardi – Brunello Vigneto Poggio Doria
Floreale con tinte balsamiche, caffè, tabacco, frutta rossa fresca. Sorso sapido, piccante, intenso, elegante, buona persistenza. Tannini fini. Femminile.
Pietroso
Bel naso, elegante, non banale, a piccole tinte di more e fiori di rosa. Si esprime al palato vivace, concentrato, quasi selvaggio, con tannini fini, molto lungo nel finale. Puro.
Roberto Cipresso
Bouquet arioso, a piccole tinte, floreale e fruttato, poi pepato, giovane nel complesso. Sorso fresco, corposo, avvolgente, intenso, sapido, tannino fine. Elegante.
Salvioni
Naso terroso, selvaggio, animale, molto diverso, territoriale. Sa di inchiostro e liquirizia, anche più evoluto. Gusto intenso, avvolgente, sapido, di struttura, ma anche elegante e lungo. Sul podio dei migliori. Classe.
San Polo – Podernovi
Note di ciliegia e incenso, speziato, balsamico. Sorso vivace, croccante, avvolgente, sapido e fresco, tannini evidenti ma già ben rodati. Arrogante.
Banfi – Poggio alle Mura
Profumi decisamente scuri fa piccoli frutti, cannella, spezie dolci. Gusto avvolgente, vivace, fresco e sapido, di struttura, con una lieve scia tannica finale. Gastronomico.
Castiglion del Bosco
Naso ancora fresco di frutta rossa e fiori con una lieve speziatura sullo sfondo. Rotondo al sorso di grande freschezza, eleganza e setoso nei tannini. Fine.
Col d’Orcia – Poggio al Vento riserva 2015
Un anno di affinamento in più rispetto alle altre Riserve. Naso graduale, fra frutti scuri e spezie dolci, floreale di violetta, macchia mediterranea. Al palato è vivace, intenso, sapido, equilibrato, persistente. Gentleman.
Donatella Cinelli Colombini Casato Prime Donne
Naso terroso, selvaggio, poi emergono macchia mediterranea, more di rovo, fiori appassiti. Sorso dolce e sapido, rotondo, avvolgente, con una dolcezza particolare nel finale che ne fa apprezzare meglio il frutto. Fashion.
Fattoria dei Barbi
Sa di balsamico, liquirizia, menta, frutti scuri, tabacco, cioccolato. Bocca intensa, avvolgente, con un lieve tannino che bilancia alla perfezione l’acidità. Nel complesso gustoso e piacevole. Tipico.
Franco Pacenti
Naso speziato, macchia mediterranea, tabacco dolce, floreale. Gusto intenso, piacevole, di buona struttura, fresco e morbido. Tannini perfetti. L’eccellenza assoluta fra le Riserve.
Il Poggione Vigna Paganelli
Olfatto speziato e balsamico, evoluto ma non note fresche di piccoli frutti scuri. Sorso vivace, molto sapido, morbido con tannini da smussare, da bere meglio fra un paio d’anni, ma già in buona evoluzione. Tosto.
Machetti
Sentori di confettura di ciliegia, liquirizia su sfondo balsamico. Gusto intenso, sapido, di buona freschezza, grande equilibrio ed eleganza non disgiunta dalla forza. Sorprendente.
Patrizia Cencioni
Naso floreale inciso dalla macchia mediterranea, poi balsamico e iodato, quasi marino. Sorso intenso, sapido, molto fresco, di buona lunghezza e piacevolezza. Solare.
Pietroso
Olfatto speziato, con tinte di inchiostro e liquirizia, molto balsamico. In bocca scorre senza spigoli, grazie alla grande acidità. E’ avvolgente, composto e armonico. Immediato.
Poggio di Sotto
Naso iodato, mediterraneo, molto speziato. Gusto intenso, di buona persistenza, anche sapido, con tannini setosi. Davvero elegante. Territoriale.
Ridolfi – Riserva Mercatale
Dal bouquet speziato si stacca bene la confettura di marasca, poi la nota floreale. Sorso vivace, avvolgente, di grande freschezza e sapidità. E’ corposo, lungo, con piacevole ritorno fruttato. Adolescente.
Uccelliera
Naso molto intenso, balsamico, fra spezie dolci e fiori di rosa, cuoio, tabacco e chicchi di caffè. Bocca un po’ aggressive, forte, molto vivace, con qualche anno per smussare meglio le durezze, ma ha davvero tanta roba. Spudorato.
www.consorziobrunellodimontalcino.it