di Mariangela Bonfanti
Solamente due giorni di ribalta a Verona, due giorni sotto i riflettori per il grande rosso veronese, che ai palcoscenici di tutto il mondo è abituato, ma anche quest’anno l’attenzione per Anteprima Amarone è stata massima.
L’appuntamento imperdibile ad ogni inizio di febbraio, giunto alla 17a edizione, si è tenuto al Palazzo della Gran Guardia, promosso dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella.
Sabato 1 febbraio giornata riservata agli addetti del mondo del vino con forte presenza della stampa italiana ed estera, il 2 febbraio per l’appassionato pubblico e wine lovers, si sono registrate oltre 2000 presenze, che fin dal mattino hanno gremito i saloni dove le 53 cantine espositrici hanno messo in scena un tasting non stop, continuato fino a sera.
Nell’edizione 2020 è stata protagonista l’annata 2016, millesimo che ha entusiasmato per l’ampia gamma sensoriale: profumi e gusto caratterizzati da eleganza ed equilibrio di un livello qualitativo potenzialmente superiore rispetto alle precedenti annate del 2013 e del 2014.
L’Amarone 2016 evidenzia un minor residuo zuccherino medio, al di sotto dei
4 grammi per litro, sviluppa un interessante potenziale di robustezza ed è destinato ad un periodo di invecchiamento più lungo prima dell’introduzione del vino sul mercato.
Tante conferme per un degno ambasciatore della viticoltura a denominazione d’origine veronese e veneta.
Il mercato dell’Amarone si propone all’insegna della positività che nel 2019 ha registrato una rilevante crescita all’estero ( +4% rispetto al 2018) e sulla piazza nazionale (+6,8% rispetto all’anno precedente) con un giro d’affari complessivo di circa 350 milioni di euro.
Nei 19 comuni della Doc veronese Valpolicella sono quasi 8.300 gli ettari vitati. La provincia, leader in Italia per export di vino, conta 2.273 produttori di uve in una denominazione rappresentata oltre l’80% dal Consorzio.
Lo scorso anno si sono superati i 64 milioni di bottiglie prodotte:
18,6 mln per Valpolicella, 30 mln per Ripasso e 15,4 mln per Amarone e Recioto.
“In un anno difficile come il 2018 l’Amarone ha saputo reagire – ha detto Andrea Sartori, presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella – dimostrando di saper competere e resistere a congiunture negative e guerre commerciali sulle piazze estere. Un aspetto da migliorare è il prezzo medio, considerando la prevalenza, nel 2019, della crescita dei volumi esportati (+7,2 %) su quella del valore (+4%)”.
Tra i produttori si registrano comunque ansie e preoccupazioni per le varie incognite: dai nuovi dazi, alle ripercussioni commerciali della recente emergenza sanitaria del Corona Virus.
La gestione dell’epidemia, con i blocchi dei voli, ha esiti negativi sui consumi e un effetto secondario negativo sull’economia mondiale che interessa anche il mondo del vino.“Si spera in una soluzione in tempi contenuti – auspica Sartori – circoscritta come avvenne per la Sars, a sei mesi di restrizione economica”.