di Alessia Canarino
Si è svolta presso l’azienda vinicola Sorrentino, a Boscotrecase, una degustazione guidata dei vini da Aglianico di due territori vulcanici diversi ma con dei punti in comune: l’Aglianico del Vesuvio (Campania) e l’Aglianico del Vulture (Basilicata) in un confronto, magistralmente guidato da Ernesto La Matta, delegato dei comuni vesuviani e relatore dell’Associazione Italiana Sommelier.
Ospiti dell’azienda Sorrentino, sulle pendici del Vesuvio, godendo del magnifico panorama della costiera sorrentina, si è svolta la degustazione che ha visto protagoniste due produttrici, due Presidenti regionali del Movimento Turismo del Vino, ma soprattutto due esponenti femminili della viticoltura nel Meridione d’Italia: Maria Paola Sorrentino, supportata dal punto di vista tecnico dalla sorella Benny, ed Elena Fucci. Entrambe hanno presentato tre vini, base Aglianico, che con differenti affinamenti, hanno espresso la poliedricità di un vitigno non facile.
Pur parlando di cloni differenti, tra Vulture e Vesuvio, in entrambi i territori, questo vitigno si esprime con eleganza, se lo si sa aspettare nella sua evoluzione. Tuttavia mineralità e tannicità sono riscontrabili con maggiore decisione nei vini lucani, grazie al terroir differente – nel mero senso francese del termine – e soprattutto in relazione alle maggiore altitudini dei vigneti. Dal Vulture, Elena Fucci ha presentato vini che provengono da vigne, allevate anche a 600 metri sul livello del mare, su terreni sciolti, influenzate dalle fortissime escursioni termiche. Quello lucano è un vitigno tardivo che giunge a piena maturazione solo alla fine di ottobre. L’allevamento a doppio Guyot consente un’invaiatura lenta e costante dei grappoli, protetti dai forti venti che caratterizzano la zona.
Nell’area del Vesuvio, con l’azienda Sorrentino, siamo a circa 400 metri sul livello del mare, sul versante nord-ovest, con terreni sciolti ed antichi, ricchi di materiale piroclastico. Le vigne guardano il mare e la brezza del golfo sostiene l’invaiatura. In questa zona l’Aglianico si esprime con note decisamente più fruttate e più morbidezza, in considerazione del suo corredo polifenolico, rispetto al clone lucano.
Ecco il dettaglio dei vini in degustazione.
Elena Fucci –Amphora Aglianico del Vulture DOC 2017 – affinamento in anfora di terracotta italiana per queste 933 bottiglie. Nessun trattamento con cera d’api, per non interferire con la porosità del materiale. Un vino dalla spiccata freschezza e mineralità, con tannini compatti ed una beva agile.
Sorrentino – Aglianico Pompeiano IGT 2018 biologico – solo acciaio e bottiglia per questo rosso equilibrato, fresco, di pronta beva, pur essendo l’Aglianico un vitigno per “bevitori pazienti”. Carezzevole tanto al naso, con i suoi sentori di pepe rosa, che in bocca, con note fruttate fragranti.
Elena Fucci – Titolo Aglianico del Vulture DOC 2017 non filtrato – siamo al vino emblema di questa piccola cantina, che con le sue follature in anfora e il passaggio in barrique per circa un anno, esprime perfettamente la natura del vitigno. Al naso ribes, frutti di bosco, il balsamico della menta e i terziari di tabacco si intrecciano con delle note dolci, di resina. Al palato si esprime con un tannino deciso ed una spiccata freschezza; la sapidità notevole porta avanti il sorso.
Sorrentino – Don Paolo Pompeiano Aglianico IGT 2015 anteprima – un vino che sarà messo in commercio solo a fine anno, dopo circa 24 mesi di botte grande. Vendemmiato a metà ottobre in un’annata, tutto sommato, equilibrata. La frutta scura al naso si esprime decisa con note terziarie che cercano ancora la propria fusione, dal tabacco, al cioccolato, alle note mentolate. Al palato è fresco, immediato e sapido.
Elena Fucci – Titolo Aglianico del Vulture DOC 2018 non filtrato – a differenza del precedente, la 2018, annata più fredda della 2017, lascia alle note fruttate maggiore espressione. Ecco quindi che al naso la frutta croccante, rossa, si intreccia con le note di erbette aromatiche e tabacco, lasciando spazio a sentori minerali di fondo. Fresco, tannico, sottile, con un buon corpo ed incredibile equilibrio.
Sorrentino – Don Paolo Pompeiano Aglianico IGT 2014 – l’opulenza dell’Aglianico, chiude questa degustazione, con un vino dal colore impenetrabile, fitto, che quasi stride con la dolcezza olfattiva delle note vanigliate e del burro di cacao. La beva è piena, con una suadente morbidezza, ben bilanciata dai toni minerali.