di Patrizia Pittia
Oltre cento Donne del Vino si sono date appuntamento in Piemonte per la Convention Nazionale e per festeggiare i 35 anni di attività, guidate dalla presidente, fresca di nomina, Daniela Mastroberardino, produttrice Irpina, affiancata dalla vice vicaria Alessandrina Francesca Poggio produttrice di Gavi.
Le socie sono arrivate da tutta Italia per partecipare all’incontro annuale. La delegazione piemontese, molto affiatata, con più di cento socie, guidata da Ivana Brignolo Miroglio, ci ha regalato grandi emozioni. Cinque giorni per scoprire “L’Altro Piemonte” al confine con la Liguria e la Lombardia, con il Cortese di Gavi e la Barbera, il Timorasso, , il Boca, la valle degli aromatici con distese di Moscato e Brachetto d’Acqui.
Quest’anno il convegno si è svolto nella storica Fortezza di Gavi, costruito dai genovesi su un preesistente castello di origine medioevale. Si è discusso di sostenibilità, tecnologia e nuove sfide. La presidente Daniela Mastroberardino ha comunicato gli esiti del sondaggio sull’acqua e i vigneti al quale hanno risposto le socie delle aziende vitivinicole. Un convegno che aveva l’intento di capire e analizzare l’intero comparto vitivinicolo, le prospettive e le innovazioni del patrimonio agricolo italiano e internazionale. In chiusura i consigli indispensabili per le cantine, sul come crescere e farsi conoscere. Quest’anno la cena di gala si è svolta nel chiostro del Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo, fondato nel 1566 da Papa Pio V. Le socie hanno potuto visitare la chiesa e il museo che custodisce interessanti opere di Giorgio Vasari e della sua bottega. La cena della tradizione piemontese si è conclusa con: musica, balli e il taglio della torta, ad opera della Presidente, dedicata ai 35 anni dell’Associazione.
Masterclass sul TIMORASSO in attesa della sottozona “DERTHONA”
E’ l’anno 1987 quando Walter Massa, vignaiolo di Monleale, assieme ad alcuni amici, decide di recuperare un vecchio vitigno autoctono abbandonato che rischiava l’estinzione, il Timorasso, fra l’altro molto difficile da allevare. Ma Walter non molla. Inizia con mezzo ettaro e decide di vinificare le uve in purezza. Viene a scoprire che il lungo affinamento in bottiglia rende il vino espressivo e complesso. Ed è proprio nel Colli Tortonesi, a Sarezzano, nella splendida cantina Repetto, di stile minimal che coniuga tecnologia ed ecosostenibilità, che veniamo accolti dal presidente del Consorzio, Gian Paolo Repetto, dalla moglie Marina e da Sara, export sales. In programma una masterclass sul Derthona coordinata da Elisa Semino, enologa dell’azienda La Colombera.
L’intervento di Gian Paolo Repetto è dedicato alla nuova sottozona “DERTHONA”, all’interno della Doc Colli Tortonesi, che dovrebbe partire in autunno e che vuole identificare i vini prodotti con le uve del Timorasso: tutto questo per dare importanza al territorio di origine, Derthona, che è il nome antico della città di Tortona.Ora gli ettari sono 330, all’inizio i soci erano 35 e oggi 94, l’obiettivo ribadisce Gian Paolo è di arrivare a 500 ettari. Tre saranno le tipologie della sottozona: Piccola Derthona, che potrà uscire sul mercato a marzo dell’anno successivo alla vendemmia; il Derthonain vendita a settembre e il Derthona Riserva. solo al terzo anno successivo alla vendemmia: la resa sarà di 75 quintali per ettaro e in una ottica di sostenibilità il peso delle bottiglie non dovrà superare i 600 grammi.
IL TERRITORIO DEL TIMORASSO
Davide Ferrarese, agrotecnico, spiega quali sono stati gli studi sui terreni. L’area è molto variegata e permette al Timorasso di esprimersi molto bene nelle diverse altitudini che vanno fino a 1700 metri, fra valli con climi e ambienti diversi. Il territorio comprende 46 comuni e 6 valli: Curone, Grue, Ossona, Scrivia, Borbera e Spinti, in un’area longitudinale di 40 chilometri per 30 di larghezza. Una sorta di mezzaluna in un filone di terreno della stessa area del Barolo: la marna di Sant’Agata con fossili (tufo), ricca di calcare, argilla e limo che a contatto con l’atmosfera si sfalda. Le origine dei suoli sono marine, del bacino terziario piemontese, e danno origine a vini complessi e longevi. “Per il Timorasso – prosegue Davide – c’è tanto lavoro e fatica in vigna, il grappolo è compatto con rischio muffe, l’uva molto sensibile alle scottature, quindi bisogna gestire molto bene la parte fogliare”.
LA DEGUSTAZIONE
VIGNETI REPETTO – DERTHONA QUADRO 2019 14,5% (100% Timorasso)
L’annata è stata mite, i vigneti sono nella zona di Sarezzano a una altitudine di 300 m.s.l.m., le uve raccolte a giusta maturazione sono rimaste dodici ore a contatto con le bucce, di seguito fermentazione in acciaio con frequenti battonage e lungo affinamento in bottiglia. Alla vista giallo dorato, al naso si aprono note agrumate, leggero pompelmo e una piacevole mineralità, seguono note vegetali, poi salvia ed eucalipto. Al primo sorso bella sapidità che va a braccetto con la freschezza, si sentono note territoriali e di idrocarburi che non hanno niente da invidiare ai rinomati Riesling. Un vino verticale, equilibrato e molto appagante;
DERTHONA ORIGO 2017 14,5° (dal nome latino che significa “al principio” il Timorasso che rende omaggio alle origini del territorio):
Da un singolo vigneto storico con produzione molto limitata, un’annata difficile e siccitosa. Dopo la vinificazione in acciaio sosta dodici mesi sui lieviti. Oro brillante nel bicchiere, espressivo al naso, frutta matura, pesca e note tostate, sbuffi di erbe aromatiche; in bocca fresco e sapido, di grande impatto, mineralità prorompente e al retrogusto sentori di nocciola. Qui il Timorasso conferma la sua espressività e lunga evoluzione.
LA COLOMBERA – IL MONTINO 2015 14,00° (100% Timorasso)
La masterclass continua con l’azienda La Colombera di proprietà della famiglia di Elisa Semino, che la conduce assieme al padre e al fratello. L’azienda negli anni Novanta è stata una delle prime a credere nella potenzialità del Timorasso, il Montino è la prima vigna singola ed è stata utilizzata la selezione massale delle viti di Timorasso. Da un’annata calda, dopo la raccolta delle uve, tre ore di pressatura, di seguito 15-20 giorni di fermentazione in acciaio a 16°sui lieviti. Giallo oro nel bicchiere, sentori di mela cotogna, caramello e note mielate mentre fa capolino la pietra focaia; in bocca fresco, di grande mineralità e complessità, grande struttura e intensa persistenza gusto olfattiva.
IL MONTINO 2013 13,5°
Interviene Davide e ribadisce che l’annata 2013 è stata perfetta per il Timorasso, con tutti i parametri fantastici e un valore di acidità 7 e PH 3. Nel calice riflessi dorati, al naso frutta matura, note evolute con una decisa mineralità e grande finezza; le papille gustative sorprese da tanta intensità e pienezza, un fil rouge tra freschezza, sapidità e mineralità. Qui abbiamo la conferma che il lungo invecchiamento lo rende avvolgente, elegante ed equilibrato.