di Umberto Gambino
Una brillante professione di avvocato messa nel cassetto per diventare viticoltore a tempo pieno. Accade nel 2008, quando scompare papà Guglielmo, ideatore e fondatore dell’azienda Cottanera, oggi una delle aziende di riferimento del territorio etneo. Ma c’era da portare avanti il progetto, la storia di una vita, un’autentica passione che ti cattura e non ti lascia più. Così Francesco, insieme alla sorella Mariangela, al fratello Emanuele e allo zio Enzo, ha proseguito l’opera del padre, in nome del padre, in quel di Contrada Iannazzo, sul versante Nord del Vulcano.
Da ieri, Francesco Cambria, 43 anni, messinese purosangue, è il nuovo presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Etna DOC. Raccoglie il testimone da Antonio Benanti che non si è ricandidato a fine mandato. E’ stato eletto dall’Assemblea dei Soci con voto unanime. Il CdA neoeletto è formato anche da Seby Costanzo di Cantine di Nessuno, Irene Badalà dell’omonima azienda, Marc De Grazia di Tenuta delle Terre Nere, Federico Lombardo di Monte Iato di Firriato, Marco Nicolosi Asmundo di Barone di Villagrande e Graziano Nicosia dell’omonima cantina. Vicepresidente del Consorzio sarà Seby Costanzo. Confermato il direttore Maurizio Lunetta che ha già ricoperto il ruolo negli ultimi due anni. Appena eletto, ecco Francesco Cambria nella sua prima intervista a tutto campo.
Sei diventato presidente di una Doc in forte ascesa: quale sarà il programma del tuo mandato triennale?
“Continueremo intanto a mettere in pratica quello che già noi col vecchio direttivo, con la presidenza Benanti, avevamo programmato, come per esempio gli Etna Days e un evento promozionale negli USA che, causa Covid, sono in stand by. I punti programmatici fondamentali comprendono la promozione del nostro territorio attraverso lo sviluppo dell’enoturismo, il rapporto di collaborazione con la Strada del vino dell’Etna, l’Osservatorio di mercato già avviato, il progetto di zonazione e tanto altro. Il programma è molto articolato e se davvero riuscissimo a metterlo in pratica, nel prossimo triennio, sarebbe l’ideale per tutti soci del Consorzio”.
A che punto è l’iter verso il passaggio alla Docg?
“E’ ormai tracciato. Aspettiamo l’approvazione dell’assemblea che darà mandato al direttivo di presentare la pratica al Ministero delle Politiche Agricole per l’avvio definitivo dell’iter. Mi auguro che venga istruito al più presto. Sarebbe un bellissimo risultato poter elevare i nostri vini a DOCG entro i prossimi tre anni”.
Ci saranno modifiche al disciplinare?
“Sono già state fatte alcune integrazioni. Il 15 dicembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la modifica per quanto riguarda il colore del rosato insieme ad altre piccole variazioni già deliberate. Sarà introdotto anche lo spumante Etna Doc da uve Carricante, già nel corso del mio mandato: una modifica questa di cui si discute da tanto, troppo tempo al Consorzio, e che finalmente vedrà la luce. Per noi il Carricante è il vitigno bianco autoctono per eccellenza del nostro territorio e ci dava parecchio fastidio che non si potesse spumantizzare all’interno della DOC Etna”.
Cosa farete per preservare e innalzare la qualità dei vigneti e dei vini etnei?
“Alla scadenza del 2023, rinnoveremo lo stop alla rivendicazione di nuove uve atte ad Etna DOC per i nuovi vigneti messi a dimora dopo il 1° agosto 2021, ad eccezione delle deroghe previste. Quindi richiederemo la proroga del blocco per altri tre anni”.
Per la zonazione pensate di chiamare un esperto?
“Se ne occuperà Federico Lombardo in convenzione con le Università di Catania e Palermo attraverso i loro tecnici ed esperti. E’ un progetto già avviato, il Covid ha allungato i tempi, ma vorremmo arrivare a una definizione: è uno step fondamentale per un territorio come il nostro. Oltre a quello della contrada, abbiamo già introdotto la possibilità di indicare il nome del vigneto in etichetta, purché iscritto nell’albo regionale. La zonazione ci servirà a evidenziare ancora meglio le differenze fra i singoli territori e all’interno delle stesse contrade etnee”.
Quali iniziative pensate di adottare – come Cda – per valorizzare e comunicare meglio i vostri vini?
“Tanta promozione: si svilupperà in modo bidirezionale, sia all’Italia che all’estero attraverso eventi mirati, in paesi specifici e nei mercati di riferimento per i vini dell’Etna. Poi, incrementando la comunicazione a mezzo di incoming, portando nel nostro territorio quei giornalisti italiani e stranieri che – detto per inciso – sono più bravi di noi a raccontare vini e storie del vulcano a lettori e spettatori”.
A quanto ammonta il budget annuale del Consorzio?
“Abbiamo riserve di budget dello scorso mandato da destinare alla promozione e in più dobbiamo approvare quello nuovo. Per esempio c’è un PSR paesi extra UE residuo di 30 mila euro a fondo perduto cui va aggiunta la quota del Consorzio per gli Etna Days, per i giornalisti stranieri. Le cifre esatte sono ancora da definire”.
Si va verso una maggiore sostenibilità anche per le aziende viticole etnee?
“Anche il nostro Consorzio punta alla sostenibilità per l’intero territorio e non solo per le singole aziende. L’obiettivo è rendere sostenibile un’intera area, tutto il circondario dell’Etna”.
I vignaioli etnei sono stati sempre molto compatti e solidali fra loro: prosegue questa tradizione?
“Lo confermo! Questa è la vera forza dell’Etna e dei suoi vignaioli, quella che fino a oggi ha reso forte il nostro comparto: c’è vera solidarietà e unione fra noi. Basti pensare che la lista è stata eletta all’unanimità dei soci presenti in assemblea e la mia nomina a presidente è stata votata in modo compatto dal consiglio di amministrazione”.
Farete qualcosa, come Consorzio, per ricordare concretamente lo scomparso Andrea Franchetti che ha così tanto contribuito a far conoscere i vini etnei?
“Dopo la mia elezione a presidente, ho chiesto un minuto di silenzio e preghiera. Abbiamo ricordato e ringraziato Andrea per quanto ha fatto per il nostro territorio. Il prossimo Contrade dell’Etna si svolgerà in sua memoria”.
A chi hai pensato quando sei diventato ufficialmente presidente? Hai una dedica particolare da fare?
“A mio padre Guglielmo, a cosa avrebbe pensato di me se fosse stato ancora in vita: sarebbe stato orgoglioso”.
Sei passato da avvocato a viticoltore: felice della tua scelta?
“Molto felice. La mia vita è cambiata in meglio”.
Buon lavoro da noi di WiningPress al neopresidente e a tutto il nuovo Cda.