di Umberto Gambino
Te lo ritrovi all’estremo Nord-Est del Nord-Est della penisola, con quella sua forma tipica di mezzaluna incastrata in un “cuscinetto” sloveno, a sottolineare la caratteristica mitteleuropea di un territorio che da sempre è crocevia di popoli, civiltà, religioni, culture, nazioni.
E’ il Collio Goriziano o più semplicemente Collio. Collio, che significa collina (Cuei in friulano, Brda in sloveno) è la Doc che racchiude i migliori, profumatissimi, amatissimi vini bianchi friulani, prodotti esclusivamente nella provincia di Gorizia. Per l’85% parliamo di vini bianchi Doc Collio, per il restante 15% sono vini rossi a denominazione d’origine controllata Collio.
Inconfondibile lo skyline del paesaggio, segnato da dolci pendii che si insinuano nell’entroterra Goriziano, tra le Alpi Giulie e il Mar Adriatico, ai confini con la Slovenia. Panorami unici, bellissimi, dove rimirando una collina e l’altra adiacente si passa, in un battito di ciglia, dal territorio italiano (Collio) a quello sloveno (Brda).
Territorio, suolo, clima
L’area del Collio, tra Judrio a ovest e Isonzo a est, si estende per una superficie di 1500 ettari vitati all’interno di otto dei venticinque comuni della provincia goriziana: Capriva, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d’Isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio e San Lorenzo Isontino.
Il suolo caratteristico è la Ponca (o Flysch), composto da marne e arenarie stratificate di origine eocenica, che si sbriciola rivelando minuscoli fossili. La Ponca porta ai vini la caratteristica impronta di mineralità e salinità che li rende unici e inconfondibili. Grande alleato dei vignaioli è il particolare microclima che si determina nei terreni della mezzaluna, influenzato dalle correnti calde del Mare Adriatico, che mantengono l’uva asciutta, e dallo schermo protettivo delle montagne a nord, che protegge dai venti freddi. Risultato: estati calde, non afose; inverni freddi e piovosi. Un combinato disposto virtuoso per chi vuol dedicarsi alla viticoltura!
Numeri
Sono circa 1300 ettari vitati a Doc su un totale di 1500 ettari di vigneti del Collio. Sono 290 i produttori tra viticoltori e imbottigliatori. Confortanti i dati dell’imbottigliato dei primi 5 mesi del 2021 comunicati dal presidente del Consorzio del Collio Doc, David Buzzinelli: circa 2.800.000 (+15%) rispetto al 2020. La ripartenza è in corso anche qui a nord-est.
Collio: produzione vini in percentuale
Bianchi
Pinot Grigio 30%
Sauvignon 20%
Friulano (Tocai friulano) 15%
Ribolla Gialla 10%
Chardonnay 8%
Pinot Bianco 4%
Malvasia istriana 3%
Traminer Aromatico 1%
Picolit, Muller Thurgau, Riesling Italico: piccolissime percentuali
Rossi
Merlot 6%
Cabernet Franc 4%
Cabernet Sauvignon 2%
Pinot Nero 1%
Cosa fa il Consorzio
Il Consorzio è attivo dal punto di vista della sostenibilità ambientale e della salvaguardia genetica dei vitigni autoctoni. Dopo un’attenta ricerca, sono stati individuati vecchi impianti di varietà autoctone (Ribolla gialla, Malvasia istriana, (Tocai) Friulano), dai quali sono state prelevate delle gemme. Da qui, attraverso una selezione massale, sono state create barbatelle e impiantati nuovi vigneti, che hanno il ruolo di banca genetica per preservare e tramandare alle generazioni future il potenziale genetico. Dal 2004, tra i primi in Italia, il Consorzio ha attivato il piano dei controlli di filiera attraverso i quali si può risalire dalla bottiglia al vigneto di produzione.
Tra gli obiettivi del Consorzio c’è la promozione dell’intero territorio a DOCG. Non soltanto un vitigno o un vino, ma tutte le varietà. Nel cassetto c’era anche la proposta – al momento accantonata perché non si è trovato un accordo fra produttori – di istituire anche il Collio Gran Selezione: un blend solo di autoctoni, Friulano, Ribolla gialla e Malvasia.
Ad oggi, secondo disciplinare, il “Collio Goriziano” o “Collio bianco” è il blend caratteristico del Collio dove ogni azienda trova la propria espressione territoriale esaltando le caratteristiche del terroir. E’ frutto dell’assemblaggio di uve diverse con tutte le caratteristiche della sua terra e dei suoi viticoltori. Il Collio Bianco Doc può essere costituito solo da vitigni autoctoni o da blend compositi fra autoctoni e internazionali, secondo libera interpretazione dei produttori. Anche un vino fatto solo con Chardonnay, per esempio, può essere commercializzato con etichetta Collio Doc.
C’è chi, coraggiosamente, in maniera autonoma, sta tentando di rispolverare il progetto Collio Gran selezione chiamandolo in altra maniera. Un gruppo di quattro produttori (in procinto di aumentare di numero) – Cantina produttori di Cormons, Terre del Faet,Muzic, Edi Keber – ha iniziato un percorso per istituire una tipologia specifica utilizzando il nome “Collio Uve Autoctone” costituita solo da vitigni autoctoni.
In totale il Consorzio ha proposto alla stampa specializzata 100 vini in assaggio alla cieca, distribuiti in due giornate: 42 esclusivamente da vitigni internazionali, 39 solo da autoctoni, 19 della tipologia Collio Bianco Doc (10 di questi solo da autoctoni, 8 in blend misto autoctoni-internazionali con il vitigno Friulano sempre presente e uno Collio Bianco Doc solo da uve internazionali).
Fra i vini da uve internazionali sono andati nettamente meglio i Sauvignon (oltre il 50% fra quelli proposti), a conferma di una tipologia e di un vitigno che ha trovato la sua terra (ma anche il suo terroir) d’elezione proprio nel Friuli e in particolare nel Collio Goriziano. Poi, nell’ordine Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio. Fra i vini da autoctoni, più apprezzati i Friulano in purezza, e solo due per tipologia le Ribolla e le Malvasia.
Sugli scudi però la tipologia Collio Bianco Doc, decisamente la migliore e la più riuscita, quella in cui ogni produttore poteva dare libero sfogo alla sua creatività mettendo in risalto le caratteristiche proprie, le potenzialità, del suo vigneto. Siamo al 63% di assaggi davvero ottimi da questa tipologia specifica. Forse un messaggio neanche troppo velato di pensare di riproporre l’idea di puntare una Gran Selezione ed elevarla a DOCG, ma solo per quei vini composti solo da vitigni autoctoni. Chissà se la maggioranza dei produttori soci del Consorzio oggi condividono la proposta? Non ce la sentiamo di proporre l’elevazione a DOCG dell’attuale tipologia Collio Bianco Doc, così com’è strutturata al momento, cioè con libero inserimento a piacere di uve autoctoni e internazionali insieme o addirittura solo da internazionali (come in un solo vino da noi degustato). No, perché potrebbe provenire da qualsiasi altro territorio italiano o estero.
Ecco i vini per noi migliori nelle diverse tipologie del Collio Doc.
Pinot Grigio
I profumi di questi Pinot Grigio spaziano dai fiori freschi al vegetale e ai fruttati di mela e agrumi delle annate 2019 alle tinte più speziate, pepate e con note minerali dei 2018 e 2017. In bocca prevale una tendenza morbida e sapida, buona la freschezza in generale. Fa un po’ difetto la struttura e anche la persistenza gustativa. Quasi tutti (se non tutti) i produttori del Collio hanno un loro Pinot Grigio.
Ottimi sono risultati questi 6 Pinot Grigio (su 15 degustati)
Fruscalzo 2019
Humar 2019
Livon – Braide Grande 2019
Tenuta di Angoris 2018
Colmello di Grotta 2018
Primosic 2017
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Pinot Bianco
Emerge dai calici la matrice balsamica, floreale e pure una componente iodata, quasi marina. Nelle annate più longeve spuntano più il rosmarino e il pepe bianco. Il sorso in tutti questi vini risulta molto rotondo, succoso, sapido, con una scia finale di agrumi freschi. In un aggettivo: elegante!
I migliori Pinot Bianco per noi sono 4 su 9 degustati
Caccese 2019
Pascolo 2019
Livon – Cavezzo 2018
Russiz Superiore 2018
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Chardonnay
Descrittore principale: la banana, ma anche la mela verde, la pera, la matrice balsamica, il floreale di gelsomino. Al naso lo Chardonnay è inconfondibile. Al palato fila via intenso, soddisfacente, appagante, ovviamente anche sapido, di buona struttura e freschezza.
Chardonnay: 3 su 5 degustati
Livon 2020
Cadibon 2019
Ronco Blanchis Particella 3 – 2018
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Sauvignon
Bouquet che spaziano fruttato nitido esotico (kiwi, mango, ananas, frutta della passione) alla foglia di pomodoro, dal bosso al vegetale, dal pepe verde all’arancia per finire all’erba tagliata. In bocca scorrono bene e si fanno bere: sono corposi, succosi, varietali, ben calibrati e soprattutto lunghi. Fra i vini da vitigni internazionali i Sauvignon hanno riscosso il massimo gradimento con alcune punte di eccellenza assoluta.
Sauvignon: 7 su 13 degustati
Gradisc’iutta 2020
Caccese 2019
Livon – Valbuins 2019
Collavini – Blanc Fumat 2019
Drius Mauro 2019
Castello di Spessa 2018
Tenuta Borgo Conventi 2017
Ribolla Gialla
Rimangono tutti un po’ timidi nei profumi con tenui sentori di fiori e frutta bianca. Minimo comun denominatore al gusto è la sapidità. Poco altro, purtroppo…
Le due Ribolla più buone (su 12 degustate)
Tenuta Villanova 2019
Castello di Spessa 2019
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Malvasia Istriana
Risultano nettamente più morbide e avvolgenti quelle che hanno fatto passaggio in legno. Caratteristica la matrice speziata, il pepe bianco, il fruttato fresco, l’aromaticità evidente di questi vini, per noi un gradino sopra alla Ribolla.
Le due Malvasia migliori (su 9 degustate)
Livon – Soluna 2019
Pascolo 2019
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Friulano (ex Tocai)
Nei vini più giovani prevalgono i profumi di frutta fresca bianca, note aromatiche diffuse non smaccate, anche le erbe aromatiche come la maggiorana, il basilico, il timo. In quelli più evoluti anche frutta secca ed esotica. In bocca sapidità, freschezza, morbidezza e profondità del sorso con bei ritorni agrumati. Fra gli autoctoni è il vino che è andato meglio.
I migliori 8 Collio Friulano (su 18 degustati)
Gradis’ciutta 2020
Komjanc Alessio 2019
Tenuta Stella 2019
Tenuta Villanova 2019
Conti Formentini – Furlana 2019
Livon – Manditocai 2018
Blazic 2016
Ronco Blanchis 2009
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Collio Bianco
Per questa tipologia è difficile soffermarsi su note olfattive e gustative che non possono essere generali né omogenee. Dipende molto, ovviamente, dalla composizione di ogni singolo vino, estremamente variabile, per scelta autonoma di ogni produttore, il quale, giustamente, decide di valorizzare il meglio dei suoi vigneti. Abbiamo apprezzato di più i vini nati da uve esclusivamente autoctone e di più quelli in cui il Friulano è presente in percentuali maggiori. Ma ovviamente non mancano le eccezioni che confermano la regola. La tipologia Collio Bianco Doc è quella che rappresenta nel modo migliore le potenzialità dell’intero vigneto Collio. Quasi tutti i vini fanno affinamento in legno per periodi di tempo variabili.
12 migliori Collio Bianco Doc (su 19 assaggiati)
Tenuta Baroni dei Maestri 2019 (Friulano 55%, Malvasia 30%, Ribolla Gialla 15%)
Radikon – Slatnik 2019 (Chardonnay 80%, Friulano 20%)
Cantina Produttori di Cormons – Territorio 2019 (Friulano 50%, Ribolla 40%, Malvasia 10%)
Livon – Solarco 2019 (Friulano 50%, Ribolla Gialla 50%)
Muzic – Stare Brajde 2019 (Friulano 50%, Malvasia 30%, Ribolla Gialla 20%)
Komjancic Alessio – Bratje 2019 (Pinot Bianco 70%, Friulano 10%, Ribolla Gialla 10%, Sauvignon 10%)
La Giostra del Vino – Saltimbanco 2018 (Friulano 70%, Malvasia 20%, Ribolla Gialla 10%)
Pascolo 2018 (Friulano 50%, Pinot Bianco 40%, Sauvignon 10%)
Collavini – Broy 2018 (Friulano 50%, Chardonnay 30%, Sauvignon 20%)
Gradis’ciutta – Bràtinis 2017 (Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon)
Ronco Blanchis – Blanc de Blanchis – 2017 Riserva (Friulano 45%, Chardonnay 45%, Malvasia 5%, Sauvignon 5%)
Venica & Venica – Tre Vignis 2016 (Friulano 50%, Chardonnay 30%, Sauvignon 20%)
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I quattro migliori bianchi del Collio in assoluto (punteggi superiori ai 90/100)
Tenuta Borgo Conventi – Sauvignon Doc Collio 2017
Subito due annotazioni: il terroir di Farra d’Isonzo è completamente diverso dagli altri. Il vino non ha conosciuto legno. Giallo paglierino quasi dorato. Intenso, note di frutta tropicale evidenti, fra pompelmo, ananas, frutta della passione, kiwi, foglia di pomodoro e ancora rosmarino, origano, timo. In bocca è rotondo, con la giusta sapidità, fresco, armonico, con un coerente finale di frutta tropicale. Piacevolissimo da bere.
Ronco Blanchis – Friulano Doc Collio 2009
Anche questo vino proviene dalla zona di Farra d’Isonzo e non fa passaggio in legno. Giallo dorato intenso. Profuma camomilla, ginestra, erbe aromatiche, iodio, fiori secchi gialli. Note decisamente evolute. Gusto avvolgente, intenso, morbido, sapido il giusto, armonico, ancora tanta freschezza. Bel finale di pesca sciroppata. E’ la dimostrazione della longevità del Tocai Friulano. Il vino è perfettamente integro.
Livon – Collio Bianco Doc Solarco 2019 (Friulano 50%, Ribolla Gialla 50%)
Al naso speziato, si fa sentire un po’ la nota legnosa che non disturba. Delicati sentori floreali, di pera e pesca bianca su sfondo balsamico, mentolato. Palato vivace, fresco, di buona sapidità, morbido: si apprezza bene il frutto, scia agrumata elegante nel finale.
Venica & Venica – Collio Bianco Doc Tre Vignis 2016 (Friulano 50%, Chardonnay 30%, Sauvignon 20%)
Il profumo è un mix di spezie dolci e note aromatiche con striature vegetali. Emergono lo Chardonnay e il Sauvignon, con i suoi toni di erbaceo e foglia di pomodoro. Sorso corposo, succoso, avvolgente, morbido come una piuma e lungo. Nel finale torna la frutta esotica.