di Umberto Gambino
Con Benvenuto Brunello ci eravamo lasciati il 22 febbraio 2020, proprio mentre arrivavano notizie preoccupanti dalla Cina su un’epidemia virale che l’11 marzo dello stesso anno sarebbe stata dichiarata ufficialmente pandemia dall’OMS. Una ventottesima edizione cui è seguita quest’anno la ventinovesima, sia pure spostata tre mesi più avanti nel calendario. Sono passati 15 mesi che hanno messo a soqquadro l’umanità intera. Oggi, per fortuna, torniamo a parlare di vino e degustazioni in presenza, sperando che tutto torni come (o meglio) di prima.
L’anteprima del Brunello (come le altre denominazioni toscane) però non ha subito cancellazioni di sorta e questo è un punto a favore forte.
Ma di anteprima vera e propria delle nuove annate (Brunello, Rosso, Moscadello e Sant’Antimo) in realtà non si è trattato perché parecchi degustatori avevano già assaggiato gli stessi vini alcuni mesi fa: gli americani già prima dello scorso Natale, alcune guide selezionate a gennaio, qualche decina di degustatori nel mese di marzo, nel corso di “Brunello Off”.
Per quanto ci riguarda, assaggiando qualche mese dopo l’annata del Brunello di Montalcino 2016, speravamo di poterla trovare già ben “assestata” nei calici mentre in realtà l’abbiamo percepita come ancora in ascesa nella curva evolutiva: in molti casi, non ancora pronta. Sarà un’annata che avrà fra i suoi punti forti longevità ed eleganza, ma non tutti i campioni degustati ci sono sembrati pronti da bere adesso. La domanda sorge spontanea: chi ha assaggiato questi Brunello 6 mesi fa, a Natale, come li avrà trovati?
Ricordiamo intanto il giudizio sull’annata 2020 del Brunello, assegnato lo scorso marzo: 5 stelle, frutto di una vendemmia definita “spettacolare” dagli esperti, con caratteristiche simili alla 2010 ma anche alla 2012. Minore quantità di uve in cantina per la 2020, pronte però per andare incontro a un “lungo periodo di affinamento e ad una longevità rilevante”, ha commentato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio.
L’annata 2016 (a 5 stelle, come la 2015) – secondo noi – si potrà bere con più soddisfazione fra qualche anno: c’è chi parla di 5-10-20-50 anni addirittura. Pensiamo anche fra 2-3 anni. La 2016 si presenta nel complesso fruttata, minerale, con note di macchia mediterranea, tinte più evolute ancora accennate, in un bouquet elegante e mai banale. Al gusto sfodera sapidità e tanta freschezza che aiuteranno il vino a durare nel tempo, affinandosi al meglio, grazie anche a tannini nobili ma in fase di evoluzione. Non un Brunello rotondo e piacione, insomma, ma senz’altro elegante, nervoso e ben strutturato.
L’80% delle nostre bottiglie – ha precisato Bindocci – è destinato al mercato estero che non ha mai smesso di tirare, perché dentro a quelle bottiglie c’è una grande qualità grazie alle ultime due super annate: la 2015 ve la 2016. Ma anche il mercato italiano sta andando bene, nonostante la chiusura dell’horeca, perché il Brunello viene consumato anche a casa”.
Fra gli indicatori economici da segnalare, sono 212 i soci del Consorzio di tutela del Brunello di Montalcino che rappresentano il 98,2% della produzione. Il vigneto si estende per 4.300 ettari in un comprensorio attorno all’antico borgo di 31.000 ettari. Un ettaro di vigneto coltivato a Sangiovese grosso oggi ha un valore commerciale di un milione di euro. Complessivamente l’intero vigneto Brunello vale oltre 2 miliardi euro. Il risultato è quello di un territorio e un Consorzio ricchi che mettono a sistema una comunità agricola di 4.000 addetti nei periodi della vendemmia, con un tasso di disoccupazione che non arriva al 2%.
Ammontano a 9 milioni i contrassegni Docg consegnati nel 2020. Il primo trimestre 2021 ha fatto registrare sui mercati un + 37% di vendite del Brunello 2016 (per il 70% all’estero) rispetto al medesimo periodo del 2020. Il Brunello gode ottima salute e il distretto di Montalcino si conferma, una volta di più, la punta di diamante dell’enologia italiana.
Ecco gli assaggi dell’annata 2016 che ci sono piaciuti di più (in ordine alfabetico).
Baricci
Naso delicato ed elegante, piccole tinte floreali e di frutta rossa fresca intrecciati da note speziate sullo sfondo. Accattivante e di buon corpo al gusto, ricco di acidità e sapido quanto basta. Grintoso con tannini che si affineranno. Si berrà meglio fra due anni.
Casanova di Neri
Sentori complessi di frutta rossa fresca ben percepite fra note più evolute di tabacco dolce e componenti balsamiche. Scorre piacevole, snello, elegante, mostrando in tutta la sua evidenza concentrazione e frutto, con una persistenza notevole e appagante.
Casisano
Naso intenso e complesso, fra spezie dolci, sfumature di more e violetta. Sorso intenso, avvolgente, sapido, molto fresco, in cui emergono tannini fini. Brunello di gran foggia e classe, ancora un po’ giovane.
Castiglion del Bosco – Campo del Drago
Profuma di ciliegia, chiodi di garofano e rose fresche. Al palato si estende bene, grazie a una struttura notevole e alla sua spalla acida. Un po’ brusco nel finale, ma sempre piacevole da bere. Muscolare.
Cerbaia
Sa di erba bagnata, fiori fresca, macchia mediterranea e poi si schiude in una nitida ciliegia. Al gusto è vivace, corposo, sapido, con un bel tannino fine. Già pronto da bere. Ben calibrato.
Ciacci Piccolomini d’Aragona – Vigna Pianrosso
Nota smaltata, calda, poi ciliegia rossa e spezie. Sorso intenso, corposo, sapido, di buona struttura e con tannini fini. Intensità, equilibrio, dinamicità. Balsamico.
Col d’Orcia
Si apprezzano freschezza e balsamicità, le due componenti principali. Nel calice sottobosco, una spruzzata di funghi e poi emerge la frutta rossa ancora fresca. In bocca è avvolgente, caldo , con sapidità spiccata e tannini ben rodati. Molto buono.
Cortonesi La Mannella
Emergono sentori di liquirizia, menta e incenso, su una componente balsamica forte. Gusto intenso, muscolare, vivace, intriso di sapidità e freschezza. Tannini da affinare e frutto ben presente. Avvolgente.
Gianni Brunelli – le Chiuse di Sotto
Fra note smaltate e iodate, vira poi sul balsamico spinto. Non mancano profumi più freschi di violetta e more. Un bouquet intenso e complesso che si fa notare a calice ancora lontano. Sorso nervoso, con tannini da assestare. Nel complesso è piacevole, snello, di buona struttura. Sarà eccellente.
Giodo
Naso complesso dal bouquet raffinato che oscilla fra ciliegia rossa, spezie dolci, tinte di tabacco e pepe nero. Il sorso snello e avvolgente, molto equilibrato, scorre su tannini fini e chiude con un finale coerente di frutta rossa. Eleganza allo stato puro.
La Magia – Il Ciliegio
Si svela intenso, balsamico, tra marasca e fiori rossi freschi mentre in bocca è avvolgente, vivace, strutturato, minerale, con tannini da limare. Da bere meglio fra 2-3 anni.
Lisini
Note ancora giovani, floreali, di frutta rossa ed erbe aromatiche. Sorso vivace, avvolgente, di struttura. Molto piacevole e Lungo. Classico nel suo stile, come un marchio di fabbrica
Mastrojanni – Vigna Loreto
Naso intenso, variopinto, fra pepe, bacche di ginepro, chiodi di garofano e incenso, già abbastanza evoluto. Sorso intenso, forte, strutturato, lungo, di grande finezza ed eleganza. Dà soddisfazione.
Roberto Cipresso
Offre nel calice fiori di rosa, more, pepe nero e lievi note speziate. Il gusto è snello, molto fresco, sapido, con tannini già pronti e vibranti. Minerale.
San Lorenzo
Naso quasi etero, fra lievi note floreali e di frutta rossa. Sorso intenso, sapido e fresco, direi nervoso, di corpo e struttura, ma con tanta eleganza. Tannini fini. Una sicurezza.
Sesti
Note scure, frutti di bosco, balsamico, pepato. Bocca avvolgente, strutturata, equilibrata, tannini fini, caldo, persistente. Tante belle qualità. Rassicurante.
Tenuta Silvio Nardi – Vigna Manachiara
Note di cuoio e cioccolato scuro: sembra già evoluto, fra tabacco, frutti di bosco, e balsamicità spiccata. Sorso piacevole, fresco, persistente. Tannini fini, ma ancora da smussare. Sarà famoso!